mercoledì | by Stefano Reves S.


Rispondo con due parole ad alcune critiche pervenute in questi giorni sul blog e nella mia casella di posta. Il sottoscritto non condivide necessariamente il pensiero del giornalista Filippo Facci. Ciò nonostante ha sentito l’impellente dovere di difendere l’onestà intellettuale e morale di un serio professionista, screditato perfino e questa è la cosa più ignobile, a livello personale. Potrei dire che, movente di tutto è la voltairriana affermazione“non son d’accordo con quanto dici, ma darei la vita per il tuo diritto ad esprimerlo”. Il cui meraviglioso messaggio finisce troppo spesso in bocca al bigottismo di chi, a mio parere, persevera nella sua opera di appropriazione, strumentalizzazione e logoramento di valori ed ideali, nei quali credo fermamente, ai quali appartengo e per cui continuerò a combattere con la autonoma, inscalfibile, fermezza di cittadino onesto.

Il messaggio arriverà a coloro che intendono ascoltare la sincera verità nelle mie parole.


P.s.

riprendiamo domattina con articolo dall'autorevole Economist che prende a pesci in faccia Berlusconi ed il futuro governo :D. A comprova dell'attendibilità di quanto riferito sopra.


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martedì | by Stefano Reves S. | , ,


La casta dei grillisti 1
Facci Filippo, perdonali (170 volte)
Quando "Beppegrillo.it" diventa madrassa per bulli e terroristi verbali

170 volte vergogna . No, non son diventato predicatore, né ho deciso di darmi alla kabala. Non avendo - per ora - acquisito capacità divinatorie vi spiego in maniera del tutto materialistica il significato di questo numero, fuoriuscito da una rapidissima ricerca sul blog più compulsato d’europa, neanche a dirlo beppegrillo.it. Qui ho rintracciato i resti di una civiltà lontana milioni di anni (luce, come minimo) da quella che oggi viene riconosciuta come l’italia liberale e democratica. Tra i reperti spicca un’infinita, a momenti divertentissima ridda di vituperi preistorici, minacce sconclusionate incastonate su preziose facce di bronzo, insulti (inutile dirlo: gratuiti) inconcludenti risalenti all'età delle banane. Tutti, neanche a dirlo 170, a carico di Filippo Facci.
Ma chi sarà mai Filippo Facci per meritare tanto disprezzo? Un assassino seriale? Un politico corrotto? Un dittatore sanguinario? No, molto peggio. Seguendo le cronache de “Il Giornale”, il monstrum dell’informazione italica, si tratterebbe un onesto giornalista, la cui terribile, imperdonabile colpa è lavorare seguendo un percorso intellettivo controcorrente, assai impopolare soprattutto per gli avventori dell’informazione digitalizzata. Ma la forza e la lealtà di Filippo, consistono proprio nella capacità, nella voglia di rispondere al grilloragno (parafrasando il suo folklore), con qualcosa che definirei un “contraddittorio indiretto”. L’unica arma con cui siamo autorizzati a confrontarci con le mura binarie, perché non siamo degni d'altro, di questa primitiva città proibita. Dimora-prigione-cimitero dell'isterico despota col berretto a sonagli.


Siatene certi. Questo è solo l’inizio. Per ora FACCIamoci due risate:



A FACCI LOPORTEREI ALLA SAGRA DEL MAIALE […] SIETE DELLE STALLE DI GIORNALISTI.

hai l'intelletualità di uno SCRONDO e sei piu scemo che bello

TOGLIAMO NUTRIMENTO A SERPI IN SENO E PARASSITI COME FACCI

Facci(a) di ca.zo con gli occhiali.

Facci, facci il piacere...........
VAFFANCULOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

filippo 'ciccio' facci:

ciccio, facci gioire e godere annegando spasmicamente nella tua merd@!

MERDACCIA!!!

ci Facci felici sig.filippo
quando esce tiri lo sciaquone e ci avvisi così..veniamo a disinfettare

Facci, faccia di culo, anima di cloaca:

FACCI: MA CI "FACCI" IL PIACERE!!!

FUCKLIPPO FACCI

(fine - prima parte)


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lunedì | by Stefano Reves S. | , , , ,


L'importanza di essere Ministro (per i beni culturali)

Esprimo un desiderio. La mia proposta – provocazione (assai fanciullesca, non lo nego) da inviare a colui che redigerà il prossimo elenco dei ministri.

Che bello sarebbe un dicastero dell’arte, il ministero del petrolio italiano – rammenterò fino alla nausea che l’Italia da sola ha il 75% del patrimonio artistico mondiale, un tesoro inestimabile almeno quanto il petrolio grezzo - capitanato da un uomo che conosca davvero ed a fondo la storia del nostro talento creativo culturale, che sappia come valorizzare qualcosa che non ha eguali per quantità e spessore qualitativo.
Che bello sarebbe un ministero dei beni culturali guidato da un Philippe Daverio, che, di primo acchito non sarà fascinoso come la Carfagna, ma a ben guardarlo diventa assai più intrigante di quel “glamour team”(così come il Times ha definito l’onorevole accoppiata carfagna-prestigiacomo) che purtroppo toccherà sorbirci.


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domenica | by Stefano Reves S. | ,


Sunday breakfast
IL MIO MIGLIORE AMICOqual'è il problema, mai visto un delfino prima d'ora?


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sabato | by Stefano Reves S. | ,


Pillola liberal- democratica

Leggo spesso le urla postparto elettorale dalle sinistre critica, antagonista, massimalista. Personalmente posso solamente intuire il dolore lacerante di una gestazione portata avanti con troppe complicazioni e conclusasi con l’a borto spontaneo che tutti conosciamo. Eppure piuttosto che rivitalizzare un corpo denudato da tanta, troppa, incoerenza, lacerato dall’incapacità di applicare un’ideologia morta nell’attuale contesto sociale, qualcuno preferisce portare avanti una campagna di simil-infibulazione. Parlo della sinistra popolana, quella che difende la “democrazia dal basso”, che si autodefinisce "la sinistra partigiana", che vota referendum anticostituzionali (perché promossi 3 mesi dopo l’inizio di una campagna elettorale). Quella che infine promuove petizioni da spedire alla CE con l'intento di rispedire Berlusconi ad arcore ancor prima ancora che il cavaliere possa sedere nuovamente sulle tribolate poltrone di Palazzo Chigi. Perché, se non si era ancora capito, è (solo) Berlusconi il “despota bavoso”, il premier “dal più basso senso morale ed istituzionale” che l’italia abbia mai avuto. Mentre la sinsitra caviale & champagne, quando va bene, commenta l'esito del volere popolare con un “subiamo un’altra puntata di questa farsa”. A quanto pare la rinverginita M.me gauche non ha ancora avuto modo di capire che, la vera democrazia non si basa sulla sopportazione del volere popolare, quando la tolleranza è tipica di un regime ammorbidito, ma trae godimento dalla sua totale, indiscriminata, accettazione.


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venerdì | by Stefano Reves S. | , , , ,


Quando è troppo facile schierarsi per il V-day e lasciarsi insultare da Grillo
Mi piacciono i giornali italiani, apprezzo i redattori di parte e ne difendo la casta

Ieri sera ho preso parte ad un incontro sulla libertà di stampa, organizzato dai meetup per promuovere la campagna referendaria. Al di la del dibattito in se, della validità o meno dei tre quesiti suggeriti dal discusso leader movimentista fa un certo effetto assistere alla foga positiva e propositiva di tanti giovani che cotanta tracotante passione non sono in grado di far coincidere con una oggettiva e realistica considerazione della figura del giornalista, unico soggetto in discussione. Catalogato in tre filoni, il giornalista timoroso, quasi pusillanime, colui che non pensa alla notizia ma a come portare farina nel suo mulino e la pagnotta a casa. Seconda figura, il redattore indipendente o freelance, immolato e santificato con timido sdegno verso il sistema. Infine il giornalista lacchè. Quello che pur di fare carriera è disposto a disprezzare qualsiasi criterio che mamma deontologia impone. Il troppo bene ed il troppo male, dunque. La verità purtroppo è un’altra… il giornalista non è un’entità astratta, una categoria superomistica di valorosi cavalieri catafratti, in grado di fronteggiare le intemperie della mediocrità sociale. Semplicemente è un professionista, spesso un dipendente, ma ancor prima è il prodotto di un percorso umano conoscitivo. Un normale, banalissimo, individuo che, per quanto possa essere (o ritenersi) colto, educato, professionale, rimarrà sempre il depositario di una verità, che non è la “vera verità” con cui spesso il grilloragno si sciacqua facilmente la bocca, piuttosto la proiezione su carta di un’interpretazione consapevolmente faziosa e comprensibilmente limitata del lavoro di uomo che, proprio perché cosciente della delicatezza suo ruolo sociale, non può e non deve commettere l’unico errore imperdonabile per la sua categoria. Proporre verità inconfutabili.


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mercoledì | by Stefano Reves S. | ,


Onorevoli in fieri...

Di tutto parla
e nulla sa
al parlamento
trionferà
(A. Ghislanzoni)


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martedì | by Stefano Reves S. | , , , , ,


Tutta colpa delle cause

"vorrei parteicpare alla discussione delle cause, senza ricercare colpevoli"
(Nichi Vendola, ieri sera a 8 e mezzo)

Avrà una buona retorica Vendola, sputacchiosa ma credibile, sarà pure diventato il primo governatore comunista omosessuale della puglia ''sanfedista'', della repubblica italiana e dell'europa tutta, avrà persino affiancato Marco Bisceglia e le sue nobili battaglie, ma a quanto pare, non ha ancora capito che una causa appartiene comunque, inevitabilmente, a dei colpevoli.


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lunedì | by Stefano Reves S. | , , ,


Mi Vergogno

Discutendo con amici russi di politica italiana, mi sono sentito rinfacciare che noi siamo bravi a criticare Putin, a denunciare la deriva autocratica russa, le elezioni finte, l’avvento imposto dal Cremlino di Medvedev, la corruzione e la sgangheratezza industriale del loro Paese ma poi dimentichiamo che in Italia “avete Berlusconi”. Il quale sarà anche “amico” di Putin, ma non ha affatto una buona stampa nemmeno in Russia. Gli ho risposto che mi vergogno di un paese che vota ancora per uno come Berlusconi. Il quale, nel giro di 48 ore, è riuscito nell’ignobile impresa di chiedere la perizia psichiatrica per i magistrati che indagano - suppongo, su di lui - ha evitato accuratamente il confronto tv con Veltroni (ne sarebbe uscito schiacciato), in questo imitando perfettamente Putin e Medvedev, un atteggiamento arrogante, tracotante e assai poco democratico. Inoltre, dulcis in fundo ha detto no al patto bipartisan di lealtà repubblicana. Senza dimenticare che ha accusato di comunismo il suo avversario, il che ha fatto sghignazzare persino i miei amici russi; ha ricominciato con la solita lagna dei brogli elettorali, e lo ha gridato in tv, davanti a compiacenti giornalisti che evitano accuratamente di fare qualsiasi domanda imbarazzante (la differenza con gli Stati Uniti è mostruosa). Uno poteva pensare che avesse finito. Invece no, l’ineffabile Berlusconi che in qualsiasi altro paese sarebbe finito certamente non in parlamento (in America non sono affatto teneri con chi giustifica l’evasione fiscale o ha avuto società ombra come All Iberian alle Channel Islands) ha attaccato il Quirinale, perchè è l’unica istituzione che ancora per cinque anni non può papparsi, e ha avuto la spudoratezza di dire che in Italia manca “un regime di piena democrazia” perché la sinistra “occupa” tutto. Il bello è che almeno la metà degli italiani lo ascolta e lo andrà a votare: quando proprio una sistematica campagna d’acquisti ha fatto crollare prima il governo Prodi e ha poi inglobato persino fascisti dichiarati come Giuseppe Ciarrapico. Nemmeno dinanzi a questi metodi da repubbliche delle banane la gente ha aperto gli occhi: con la benedizione della Chiesa, crede o gli fa comodo di credere alle baggianate elettorali del capo di Forza Italia. Gli amici russi mi hanno preso in giro: “Vedi? Quasi quasi siete peggio di noi: almeno la Russia ha gas e petrolio…”.
Ho risposto: “Il nostro Paese ha ancora tanto da essere saccheggiato”. Non ho fatto in tempo a tornare a casa che aprendo il computer ho letto delle sconcertanti dichiarazioni di Marcello Dell’Utri, il braccio destro politico di Berlusconi. Inneggiava allo stalliere mafioso Vittorio Mangano (morto in stato di detenzione, peraltro condannato definitivamente all’ergastolo per omicidi e mafia) indicandolo quale “eroe” perchè non aveva fatto dichiarazioni “contro di me e Berlusconi”. Aveva tenuto la bocca chiusa: appunto, un eroe dell’omertà mafiosa. Così, Dell’Utri, pure lui condannato per fatture false e, in primo grado, per concorso esterno in associazione mafiosa (nove anni) ha minacciato la vendetta: verranno riscritti i libri di storia cancellando la Resistenza.
Davvero, mi vergogno profondamente di dover convivere con gente come questa.

L. Coen


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domenica | by Stefano Reves S. | , , ,


Iniziamo la settimana di Domenica, in perfetto english stile, all'ora del tè, ma con pasticcini americani.

La dipendenza















e la vergogna


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sabato | by Stefano Reves S. | , , , , , , , , ,


Italiens
L'irriverenza di giornali e tv estere dopo le elezioni

-‘’Si prospetta un periodo colorito per la politica italiana, è sempre così quando c'è in giro Berlusconi (BBC)’’’
- "Certamente con Berlusconi al governo ci sarà di nuovo da ridere in Europa" ;
-L'età non lo avvizzisce, e le gaffe non fermeranno i suoi elettori (Figaro)
- E' tornato... il glamour team contro l'emergenza rifiuti (accanto due foto dell' On. Carfagna e dell' On. Prestigiacomo, nda) (Time).
- "Restiamo tutti sbalorditi in Europa quando ci rendiamo conto che dalla II guerra mondiale si sono succeduti 62 governi in Italia";
- "La politica italiana viene osservata all'estero perchè sappiamo che suscita ilarità"
- "A volte noi giornalisti all'estero ci chiediamo perchè parlare delle elezioni italiane.. tanto fra due anni ce ne saranno altre!" (Barbara Serra, Al Jazeera)
“Dopo il Giappone l’Italia è la naziona con la classe politica più vecchia del mondo e più passa il tempo più tale caratteristica si accentua” (Le Figaro).


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venerdì | by Stefano Reves S. | , , , , ,


A proposito di...

“Le leggi sono cambiate… non ci sono avvocati”

Dichiarazione di un funzionario CIA al detenuto Binyam Mohammed, prima della spedizione del prigioniero in Marocco per le torture. Dal libro: “Gli aerei della tortura” (di Trevor Paglen e A.C. Thompson, edito da Fandango), uscito in questi giorni: è un viaggio dell’orrore fra i dettagli del programma segreto Usa di deportazioni illegali. G.C.


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giovedì | by Stefano Reves S. | , , , ,


Berlusconi in Europa

Tredici milioni di italiani hanno deciso di rimandare Silvio Berlusconi a rappresentare il nostro Paese in Europa. Al di là delle facili battute sulle corna e le barzellette scollacciate ai vertici internazionali, è evidente che il ritorno della destra, e di questa destra supportata da una Lega forte, alla guida dell’Italia modifica profondamente gli equilibri europei. Il ribaltone avviene in un momento critico in cui l’Europa, superato il capo del Trattato di Lisbona, si prepara a rinnovare i propri vertici e a rifondare le proprie strategie.

Vediamo che cosa cambia.

1 - Innanzitutto, dopo le dimissioni del liberale belga Verhofstadt, la sconfitta del centrosinistra italiano toglie dalla scena l’ ultima forza politica europea che potesse dirsi davvero federalista.

2 - L’arrivo di Berlusconi spiana la strada alla conferma del suo amico Barroso alla testa della Commissione europea. Essa inoltre rafforza le ambizioni di un altro del Cavaliere, Tony Blair, alla presidenza dell’Ue: nuova carica prevista dal Trattato di Lisbona.

3 - Il ritorno di Giulio Tremonti alla guida dell’economia, e l’affinità tra Berlusconi e Sarkozy, avranno senza dubbio come effetto di frenare le spinte liberiste e di accentuare quelle protezioniste per far fronte alla crisi economica.

4 - Più in generale, con la vittoria della destra, l’Italia si allinea a Francia, Germania e alla maggioranza degli altri Paesi europei dove sono al governo forze legate al PPE. Zapatero appare più che mai isolato anche perché Gordon Brown, ammesso che si possa considerare di sinistra, è ormai un’anatra zoppa.

5 - Infine una considerazione più “domestica”. Con la vittoria di Berlusconi, l’Italia si ritrova nella solita situazione di penuria di quadri politici di alto livello da proporre in Europa, proprio in un momento in cui si stanno per ridistribuire le poltrone del potere. Franco Frattini, che sarebbe stato uno dei pochi volti della destra spendibili in Europa, sarà ministro degli Esteri. Chi, nel PDL, potrebbe candidarsi al posto di ministro degli esteri dell’Unione, o di presidente del Parlamento europeo: due cariche a cui l’Italia potrebbe legittimamente ambire? E potrebbe il “nuovo” Berlusconi, almeno in questa occasione, scoprirsi un’anima bipartisan alla Sarkozy e appoggiare qualche esponente dello schieramento sconfitto? La risposta non tarderà ad arrivare.

Andrea Bonanni


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mercoledì | by Stefano Reves S. | ,


Il Papa negli States
L'America che Crede

Benedetto XVI sbarca in un’America coinvolta come non lo era da decenni nel rush finale per la scelta del sostituto di George Bush. Colui che tanto ha fatto in questi anni per inseguire l’ingombrante fantasma di George senior, riuscendo invece nel poco ambito intento di far disinnamorare gli americani dal teatrino amministrativo come mai nessun altro prima di lui, acciuffando il record di astensioni durante l’ultima tornata elettorale. Più della metà dei votanti. Eppure l’aria pare cambiata, Clinton e Obama non saranno Roosvelt e Keyenes ma stanno riuscendo nell’impresa più improba dallo scoppio della guerra irachena, far recuperare agli elettori la fiducia nelle istituzioni. Ed allo stesso modo Benedetto XVI non sarà Giovanni Paolo II, che nella sua ultima visita riuscì ad impressionare positivamente il 90%* dei cattolici d’America, eppure il 74% di sostenitori tra i credenti a stelle e striscie (29 milioni in tutto) sono pronti a dargli il benvenuto, quasi travisando gli innumerevoli tentativi dell'allora Cardinale Ratzinger, di insabbiare i ripetuti scandali sessuali, costati già alla diocesi romana 2 miliardi di dollari come rimborso per le vittime delle molestie. Beneplacito a parte, che qualcosa cambi nei restanti 5 giorni l’America che crede lo chiede ad alta voce: più tatto nelle questioni sociali, su tutti pugno di ferro per debellare una volta per tutte l’onta dei ‘‘preti pedofili’’. Questione legata inevitabilmente ad altri due delicatissimi punti su cui Benedetto XVI dovrà rispondere da queste parti, garantire il diritto di matrimonio ai prelati, offrire l’ingresso nel sacerdozio alle donne. Sette milioni di americani, tra i 29, quelli che non si riconoscono nell’istituzione religiosa, sono pronti a storcere il naso.

*questo ed i restanti dati provengono da un sondaggio del Washington post (Aprile 2008)


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martedì | by Stefano Reves S. | , ,


Un'altra opportunità

Benvenuti nel 2001, verrebbe da dire ad uno che le chiacchiere in salsa Berlusconi non le digerisce affatto.Pertanto non azzardatevi a tirar fuori l’abbuffata di ieri, 141 porzioni di senatori pidiellini granellati con 23 lùmbard sarebbero da colica per il duodeno di ferro di Margaret Tatcher. Eppure chi avrebbe mai pensato che a fine giornata anche il digestivo più dannoso, Porcellum, si sarebbe rivelato il miglior peptico per questo disastrato stomaco emotivo. Severo e fazioso infatti, ma anche compassato e dall’altissimo gusto morale… non sto parlando del mio, o meglio anche, ma dell'opportuno supporto che la neonata opposizione vorrà e dovrà garantire alla maggioranza di Berlusconi. Felicissima ed astutissima come e più che mai, questa volta riuscirà, una volta per tutte, a risolvere le questioni giudiziarie del Boss ed a mettere una pietra tombale sul suo conflitto di interessi. Ma poco importa oggi. E’ ora di preferire l’italia che produce opportunità e che si rilanci in una direzione ben definita, all’italia dei fronzoli dell’etica irreprensibile e del giustizialismo. Per quanto mi faccia ribrezzo dirlo, ma mai porcellum elettorale fù toccasana migliore. Abbiamo una rotta. In fondo è questo ciò che contava. E poi mancano solo 5 anni al 2013, quando ipoteticamente finirà il ciclo Berlusconi e si chiuderà il calendario Maya.


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domenica | by Stefano Reves S. | , , , ,


Vincerando di Stefano Reves e Paolo Guzzanti


Vincerà Berlusconi. Dicono sia scontato… Scontati saranno i sondaggi, nonostante la loro inconsistente affidabilità (2006 docet). Scontato è lo sdegno scandagliato a tutte le profondità, scontati sono i milioni di chilometri tra gli italiani e le scontate indagini di Renato Mannheimer accanto a cui siederanno ab aeterno i soliti volti scontati, pronti a scontrarsi, era scontato, immersi tra fesserie infantili e fotocopiati programmi fotocopia. Non lamentatevi dunque se a fine giornata scontata sarà la mia rassegnazione, assieme all’intaccabile abulia che mi lega a questa poltrona a poche ore dalla chiusura dei seggi… Quando il mio voto è ancora tutt’altro che scontato.


Vinceranno gli italiani che diranno che cosa vogliono.
Non vince Berlusconi. Vince – se vince – chi lo vota. Uscire dalle ideologie vuol dire passare dagli ismi alle persone, i leader con le loro caratteristiche personali, identitarie, ideali. E’ un passaggio obbligato. Veltroni di là, Berlusconi di qua.

Bisogna avere il coraggio di dire che la responsabilità è di chi vota, non di chi è votato. La sinistra deve entrare in cantiere e ricostruire una nuova sinistra per cinque anni e poi presentarsi nuova e pronta a governare. Il miglior contributo al suo lavoro è lasciarla fuori dal governo a ricostruirsi. L’Italia liberale ha bisogno di darsi una seconda chance e vedere se e come e quanto puà correggere gli errori commessi.- Come diceva Napoleone, on s’engage et apres on voit. Ci si impegna e poi si vede che succede.


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