giovedì | by Stefano Reves S. | , , , ,


Memoria, vergogna di L. Coen

15 luglio 1938. Viene pubblicato il “Manifesto della razza”, preambolo e pietra miliare delle leggi razziali firmate il 17 novembre dello stesso anno da Vittorio Emanuele III. Lo sottoscrivono dieci scienziati italiani, in verità accademici di modesto calibro. Sono: Lino Businco (medico patologo), Lidio Cipriani (antropologo), Arturo Donaggio (neuropsichiatra), Leone Franzi (pediatra), Guido Landra (antropologo), Nicola Pende (patologo), Marcello Ricci (zoologo), Franco Savorgnan (demografo), Sbato Visco (fisiologo e biologo), Edoardo Zavattari (zoologo). Altre 330 personalità aderirono al Manifesto. Lo scrittore Franco Cuomo - autore del saggio “I Dieci” (Baldini castoldi Dalai editore, 2005, 14,50 Euro) - lo ha definito il “primo censimento ufficiale dei razzisti italiani”. Questa sintesi dottrinaria del fascismo razzista viene presentata al Duce. In verità, è solo una manfrina. Tutto era già stato concordato. Al regime occorreva un pretesto pseudoscientifico per motivare la persecuzione e la spoliazione di una comunità di 43mila cittadini di religione ebraica. Dopo la guerra, i dieci e i loro seguaci la scamparono, protetti da chissà quali connivenze: per essi vi fu totale impunità. Qualcuno motivò la sua adesione al Manifesto adducendo il risibile pretesto che lo fece per convenienza, o che era troppo giovane (quando fa comodo, avere diciotto o vent’anni significa non discernere il bene dal male…). Furono moralmente responsabili della deportazione e i massacri degli ebrei italiani giustificarono con l’autorevolezza del “sapiente” le violenze, i soprusi e le umiliazioni che la loro comunità dovette subire. Conservarono tutto, onori e prebende, incarichi e arroganza. Uno di loro, il giurista Gaetano Azzariti divenne nel 1957 presidente della Corte Costituzionale. Aveva presieduto l’infame Tribunale della Razza. Un altro fu Amintore Fanfani. Un terzo, padre Agostino Gemelli. Evito di trascrivere la lista degli altri. Suggerisco che digitiate su Google “Manifesto della razza” e “Leggi razziali”. Ambiguità, silenzi, omissioni: questa la cifra della memoria, e della vergogna.