mercoledì | by Stefano Reves S.


Preferisco i Savoiardi

Avete visto ‘’Mafalda di Savoia’’? Io no. Finalmente ieri sera ho deciso di tergere un film che fino ad allora non avevo mai nemmeno sfiorato nella mia nutrita collezione, ‘‘The Truman show’’.
Agghiacciante e sconvolgente. Per fortuita coincidenza, ritengo che stesso giudizio andrebbe estrapolato per i film appartenenti allo stesso filone di quello in onda ieri su Mediaset.
Sia chiaro, non ho affatto nulla contro la nobile Mafalda, ma, forse sbaglierò, percepisco questo lavoro, e come questo tanti altri in onda spesso anche in Rai, come un’“opera allegorica”. Dove, dietro alla trama, così l lampante, così elementare, si cela qualcos’altro. Un argomento, un messaggio, più profondo ed astruso.
Mi spiego, ribadendo nuovamente che non ritengo errore il fatto d’aver realizzato un film su Mafalda, piuttosto è estremamente deprecabile il tentativo, che con questi lavori si concretizza, di dare una bella e completa imbiancata sulle pareti dell’ intera casata. Promuovendone una nuova immagine, propositiva, riabilitandola persino nei suoi periodi più neri. Sebbene ancor' oggi, nella loro coscienza, e nel nostro violato intelletto, dovrebbe pesare quella tragedia delle Leggi Razziali, da un Savoia promulgate.


3 Comments »

lunedì | by Stefano Reves S.


Il Dicastero del poco o nulla

Poche Nazioni hanno la fortuna di poter usufruire di una così importante fonte di rendita come il petrolio. Ancora meno sono le Nazioni che hanno a disposizione quello che potremmo definire ‘’Petrolio Alternativo’’.
Esiste invero uno Stato che accoglie nei suoi, limitatissimi, confini ben il 75% di una tra queste straordinarie risorse. Ovviamente ci riferiamo al ''Patrimonio Artistico Mondiale'' e, per chi non l’avesse capito, la nazione in causa è ovviamente l’Italia. Veniamo subito al dunque, per preservare e “spolpare economicamente” una cosi fortunata vena di guadagno, potenzialmente redditizia come poco altro, il Petrolio stesso (nda), cosa si poteva fare? Istituire un Dicastero ad hoc? Fatto. Basta così? Una nazione che avesse davvero a cuore la tutela di se stessa avrebbe certamente detto, si, basta! Ma da noi no, assolutamente no! Bisognava indi relegarlo istantaneamente alla posizione di disinteressante ufficio ministeriale, ottima poltrona per contentare un qualche Partito, o magari un Politico con particolari necessità di rinomanza, senza che però Egli recrimini per mancati investimenti od eventuali tagli fiscali. E chi potevamo scegliere noi come Ministro del ‘’Nostro Petrolio’’, se non il bel faccino Rutelli? Ma perché? Perché uomo di onusta, raffinata e ricercatissima erudizione? (elementi ineludibili per chi volesse mirare ad incarico così importante) Data la faciloneria dei soliti discorsi tecnici, oserei da profano, dilettantistici discorsi, tecnici soltanto per presunzione. O forse soltanto perché un bravo antenato fù ottimo scultore? Così, facendone una questione ereditaria. Più probabilmente per la motivazione detta inizialmente.
Ed il rammarico e la rabbia per il totale disinteresse a riguardo di ogni nostro governo, presente e passato, sorge spontaneo. Poi, quando si pensa alle decine di pregiatissimi reperti trafugateci sotto il naso dal più pacchiano e discutibile Museo del Pianeta. Da quella che per anni fu l’indiscussa Casa Bianca della mafia californiana. Al cui posto oggi sorge solo una colonna infame, un volgare e banale pastiché dei peggiori stereotipi culturali e morali, dietro il quale però si continua a schernire ed umiliare quello che dovrebbe essere l’unico Trust del settore, il monopolista indiscusso ed indiscutibile.


No Comments »

domenica | by Stefano Reves S.


Il bastone del Maestro

INVOCATIO

Che i nostri privilegi non siano più pretesto per le nostre prevaricazioni. (S. R.)


No Comments »

sabato | by Stefano Reves S.


Piccolo ''grande'' TG5

Straordinaria prova di imparzialità ieri al tg5 delle 20. Servizio sul discusso documentario di Deaglio, con interviste a Bondi, Gasparri, Bonaiuti, Pisanu, e... e basta. Manca qualcuno? Certo, solo lui, l' On. Contraddittorio.

Questo evento, insignificante è al contempo tangente prova della politica giornalistica dell' unico, vero, erede del Tg4 in prospettiva Gentiloni. Avviata nel periodo pre-elettorale, in principio con soli, disarmanti titoli Wellesiani, e proseguita nei recenti mesi con l'adattamento di alcuni verbi, avverbi, aggettivi, studiati ed applicati appositamemte per far coincidere l'intero servizio con l'idea che Forza Italia ha dell'attuale governo. Si sprecano quindi participi come ''lacerante'', aggettivi come ''incoerente'', che se siete fortunati non riascolterete spesso perché rimpiazzato dal suo succedaneo ''irragionevole''.
Se a ciò aggiungiamo la frequente opera propagandistica in favore de ''Il Giornale''... accade infatti spesso che si veda nei servizi una ragazza, la quale apparentemente sfila lungo l'inquadratura, magari uscendo dalla metropolitana, come non centrasse nulla, ripresa apparentemente per semplice necessità paesaggistiche, ma stringendo vistosamente a mò di Baguettes il solito quotidiano, mostrandone la completa intitolazione.
Sarà mica un caso?


1 Comment »

venerdì | by Stefano Reves S.


Un anno da Espertone

Un anno. Otto mesi effettivi. 218 articoli. Cinquantamila visite. Collegamenti da oltre quaranta nazioni. Congiunzioni con decine di siti, alcuni a tiratura nazionale. Incontri con il peggio della società, e gli individui più illuminati.
Se alla fine dello scorso anno mi avessero chiesto come avrei visto il mio sito tra qualche tempo, probabilmente la mia risposta sarebbe stata ''sito? Sai, me n’ero praticamente dimenticato''.
Ma per fortuna o per caso ciò non è accaduto. Ed è per questo che oggi più di allora, si può, si deve fare di più, si può, si deve fare meglio.
Questa volta però, confidando anche nella bontà dei miei soci. Tutti e tre.


2 Comments »

giovedì | by Stefano Reves S.


Quei ''Nostri Padri''

Our Fathers, (Peace Arch e Showtime), 2005

Perché nessuno l’ha acquistato? E’ possibile che in Italia non ci sia un solo produttore abbastanza impavido (e dire che dire impavido è dire molto) da procacciarsene i diritti? Eppure io voglio vederlo. E voglio che, come me, lo vedano tutti coloro che, più o meno giustamente, si lamentano dei quotidiani soprusi contro i religiosi cristiani. Voglio lo veda anche quel Papa che, senza farsi troppi dilemmi, ha bollato con un secco NO la proposta di far congiungere in matrimonio i suoi sacerdoti.
Eppure le migliaia di preti pedofili ogni anno generano scalpore, accompagnato da ribrezzo. Dalla laicissima Cannes, dove il film è stato presentato, al Massachussets, Stato in cui il lungometraggio è ambientato. Basato sulla nota vicenda di quel sordido sacrestano di Boston, che immenso grattacapo fù per l’allora Prefetto per la Congregazione della Fede (ex inquisizione), neanche a dirlo, Cardinale J. Ratzinger. Il quale si, di recente forti parole ha detto contro queste orribili depravazioni, ma di concreto come al solito ha fatto ben poco.
Che qualcuno inizi dunque ad affrontare realmente il problema. Problema serio come pochi altri. Problema che necessita di un rimedio concreto, non di nuovi dogmatismi, ne di pennarelli neri. Intesi?

Nella Foto la copertina del libro di David France a cui il Film si ispira.


No Comments »

mercoledì | by Stefano Reves S.


È una vergogna.

Non possiamo far altro che dibattere di tortura a livello nazionale. Ma non parliamo di regimi tirannici e corrotti. Piuttosto è da decidere se l’America e la sua popolazione vogliono restare parte della comunità internazionale, per la quale la tortura è fuori da ogni limite.
Che l’America abolisca la tortura ora, senza eccezioni.

La Chiesa dovrebbe inserirsi in questo dibattito nazionale, salvaguardare la Sacralità della persona, la Sacralità delle norme. Com' è secondo tutti i suoi precetti. Il rispetto per l' Individuo, anche se colpevole di crimini. La tortura è condotta depravata e demoniaca, sempre.

Da Theology Today, rivista della Princeton University, Ottobre 2006


No Comments »

giovedì | by Stefano Reves S.


Sarà planata morbida?
non passa il Ddl contro le strutture religiose

E' appena stata cestinata la proposta di reinserire nel Ddl fiscale un emendamento per l' ''allargamento della base imponibile Ici sui beni della Chiesa''. Ennesima, e prevedibilissima, testimonianza del bigottismo istituzional-parlamentare. Sano orgoglio nostrano.
E dire che per questa finanziaria ci si era lambiccati il cervello per mesi, pur di trovare sorgenti, in alcuni casi recondite quanto inverosimili, cui attingere per nuovo gravame.

All’ On. Prodi non resta ora che chiedersi se le buone relazioni con la Santa Curia Romana saranno cuscino abbastanza morbido con cui attutire le pedate, ormai certe, delle innumerevoli componenti sociali che si son viste, più o meno giustamente, defraudate dai pindarici voli del pentatleta Schioppa.

Nel frattempo il Governo perde, altri tre punti.


1 Comment »

mercoledì | by Stefano Reves S.


A Don Georg Genswein, Segretario Particolare di Sua Santità Benedetto XVI
Caro Segretario,

si, lei ha ragione! Giuridicamente ce ne sarebbe da discutere. I Patti Lateranensi trattano come ‘‘sacra ed inviolabile’’ la figura del pontefice. Personalmente poi, non ho alcun interesse, ne capacità, per poter ironizzare sul Santo Padre. Le confido sinceramente di non avere particolare attrazione nemmeno per la Satira in se. La trovo sempre uno stillicidio nauseabondo, scontato, e spesso inutilmente volgare. Ciò non toglie non la si debba fare (capirebbe meglio se dicessi ‘‘recitare’’), ne la priva delle sue qualità preponderanti ed inalienabili.
Mi segue Segretario? Vede, la satira è una recita infantile, e proprio in nome di questa immatura fragilità va difesa. Va difesa nei suoi drammi, nella sua farsesca e teatrale ed imperfetta rappresentazione. Perché essa non Insulta, o almeno insultare non è sua intenzione. Sfata tabù. Rimuove le incrostazioni dall’ etereo pianeta del bigottismo politico-istituzional-informativo. E la prego, non lo neghi!. Non neghi che sua santità non sia il coccolato prediletto da rinomati santoni. Pronti a scontrarsi per mostrar chi è più d’accordo con l’ultimo discorso del Papa, inviando ANSA smielate.
Dunque è grazie ed in essa che si sfogano pessimi comici frustrati dall’impossibilità sistematica di comunicare su di un argomento serio e dogmatico qual è Lei. Capisce?
Menzionavo poi le ‘‘qualità preponderanti ed inalienabili’’ della Satira. Ecco, ritengo la maggiore, la semplicità con cui essa si distingue dalla politica, parla di Politica (di cui negherà si, ma a torto, il Pontefice sia gran Protagonista), ma non è Politica. Si interessa di Politica, la punzecchia, la irrita, ma non sarà ne farà mai politica.

Perciò caro Segretario, ed in particolar modo, Sua Santità, statevene tranquilli, con la Tv spenta. La vostra autorità morale non verrà messa in discussione così banalmente. Ne i vostri stimati adepti troveranno in tutto ciò argomento libellistico, da contestare. Almeno fino a quando continuerete ad agire con Cristiana probità.

Con immutata stima
S.R.


No Comments »

martedì | by Stefano Reves S.


60 YEARS OF HEROES

''Time Europe'' festeggia il suo 60° compleanno. Con 60 illustrissimi del 20° Secolo.
Individui che ‘‘hanno sconfitto tiranni, e combattutto le loro stesse paure, scalato montagne, e raggiunto i più alti picchi di perfezione. TIME guarda a 60 anni di personalità enigmatiche ed onora il loro contributo nell’ aver reso il mondo un posto migliore’’.

Tra Picasso e The Beatles, Yitzhak Rabin e Coco Chanel, insieme a Beckenbauer, Margaret Tatcher e Madre Teresa, ci sono cinque ‘‘dei nostri’’.
Enzo Ferrari, per aver reso il mondo un po’ più veloce, Sophia Loren, bellezza eterna, per aver contentato i Cinema per più di mezzo secolo, Reinhold Messner, il più grande scalatore di sempre, e forse che mai ci sarà, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per aver sacrificato le proprie vite nel tentativo di spezzare la forza della Mafia.

Noi brindiamo a tutti Loro.


No Comments »

| by Stefano Reves S.


da prendere con le pinze
Uccidete la Democrazia
inchiesta sulle ultime elezioni, e chi la smonta.

Perché si è passati dal 1.600.000 di schede bianche del 2001, alle 445.497 del 2006? (Ben 1.246.551 in meno). Perché la percentuale di «bianche» nel 2001 variava tra l’1,4 ed il 9,9 mentre nel 2006 i dati sono omologati tutti dall'1 al 2%?
E’ il fulcro dell’inchiesta Deaglio Cremagnini, già autori di ‘’Quando c’era Silvio’’, intitolata questa volta ‘‘Uccidete la Democrazia’’, in edicola con Diario.
Intrigante indagine su di un ipotetico complotto, ad opera del solito Berlusconi, inviperito con un troppo arrendeista Pisanu, reo di aver impedito la manipolazione delle schede bianche. O almeno non di tutte, perché, sempre secondo il cortometraggio, pare ci siano palesi consonanze tra i numeri delle schede bianche mancanti (rispetto al 2001) e quelli delle schede conteggiate in favore dell’Unione dagli Exit Pool, alla fine però, inspiegabilmente finite nella saccoccia della Cdl.

Chi urla alla bufala
Dall’altra sponda invece, Peppino Calderisi, esperto di procedure elettorali, nonché cordinatore dei Riformatori Liberali, accusa Deaglio e i suoi di ''cambiare le carte in tavola’’. con argomenti che palesano ‘ l' ignoranza piu' totale della legge e del sistema politico-istituzionale''. Per Calderisi il clamore suscitato dall'iniziativa di Deaglio e' "funzionale a respingere le richieste di riconteggio dei voti validi". ''In Italia'' continua ''vige la separazione dei poteri. Il potere esecutivo non tocca e non vede una sola scheda. Il Viminale provvede solo a diffondere a caldo i dati ufficiosi che giungono alle prefetture dai Comuni, ai quali sono trasmessi dai seggi elettorali. Il ministero dell'Interno si limita a fare la somma. Quei dati possono essere sbagliati, ma il Viminale non ne ha colpa: nella catena di trasmissione delle informazioni, "mille e nove" - puo' diventare tanto 1009 quanto 1900.''


Siate convinti o meno della tesi complottistica, l'unica cosa certa è che il documento va sorseggiato lentamente, con cauta oggettività.


6 Comments »

lunedì | by Stefano Reves S.


Pensavi di avercela fatta, eh!? La patata bollente che ti avrebbe risolto il problema di ascolti e consensi l’avevi cotta ben bene. Buona, rovente e caldissima come piace alla tua dissennata plebe! Ma, vecchio amico mio, ancora una volta, non avevi fatto ancora i conti con l’unica cosa che tu può oltraggiare realmente: te stesso.
Quando l'8xmille era proprietà della Sinistra

Ci si lamentava, ormai 48 ore or sono, degli 80milioni del gettito Irpef destinati all’ Iraq nell’ anno 2004. Ma se si rispolvera qualche vecchia scartoffia di Governo, si riesuma qualche articoletto ben fatto, di quelli redatti quando al governo Silvio ancora non c’era, allora la storia assume un tono ben più greve. E soprattutto, il colpevole cambia volto.

Si scopre ergo che:
- Nel 1997 (quando c’eri tu!) il 35,4% della quota in questione, pari a più di 33 milioni di euro, era stata destinata (L. 174, art. 7) al capitolo «fondi missioni militari»
- Nel 1999, governo D'Alema, i finanziamenti per le missioni militari con l'8 per mille erano passati al 69,5% della quota (L.186, art. 6,7).
- nell’ anno 2000, il governo D'Alema prorogava la missione militare in Kosovo. Tra le voci di copertura finanziaria (art. 3, comma c-bis) si indicava uno dei canali di sovvenzione per la missione militare: 110 miliardi dalla quota dell'8 per mille spettante allo Stato.

A conti ben fatti dunque, la cifra contestata dal Fai al Governo Berlusconi è mera prassi. In verità, ben più consolidata durante gli ultimi due Governi, Prodi, D'Alema.


4 Comments »

domenica | by Stefano Reves S.


l'8xmille alla missione irachena
IO INVECE, ''ME NE FREGO''!

Macché scandalo! In perfetto stile Voltairriano dico, non son d’accordo con quel che tu fai, e non me ne importa più di tanto. D’altronde tra i nobilissimi proponenti della guerra, pardon, mission de paix, c’è chi ritiene che in questa maniera si porterà la cultura che sti derelitti non hanno. Quindi tutto sommato una scelta, sadica od opinabile si, ma condivisibile quella di ‘’investire’’ il danaro dell 8xmille alla cultura nella mission irachena. Pur non sapendo, e spesso non volendo sapere, che un tale atteggiamento sia proiezione di considerazioni su una superiorità ben più profonde ed allarmanti e deprecabilissime. Dove la superiorità trasmuta in intellettuale ed intellettiva, se non addirittura fisica.

Ma l’argomento in questione è un altro. Non voglio oggi commettere il medesimo errore di chi ieri ha tirato fuori il polverone, urlando allo scandalo, ma sputando fuori dal secchio (perdonate la volgarità, apprezzerete l’efficacia).
Sarebbe stato invece, un ottimo pretesto per suggerire finalmente un emendamento che abolisca l’obbligo di versare l’8xmille. Sia ad istituzioni religiose (le quali ricordo, ed in particolar modo la CEI, usufruiscono del 100% dei versamenti senza preferenza) o laiche.
Che i miei risparmi vadano via tutti col 740, me ne frego. Almeno avrò la certezza di non contribuire a qualcosa che non approvo affatto, o, come in questo caso, mi fa sinceramente vomitare.
Ho detto tutto.

P.S.
Qualche giorno fa, vedendo una breve intervista a Giorgio Bocca ho riso alle sue frasi sugli Italiani che tutt’ora venerano ''er Puzzone''. Non rido oggi, dopo aver visto gli inserti in edicola con Libero. Le ''Cartoline del Duce'' . Con cui, a parer del compagno Feltri, addobbare il tavolino del salotto, ed in cui ''il primo attore'' appare ''non solo amato e adorato: si applaude e si gettano fiori. Il Maestro di Predappio è trasformato in una divinità agreste, in un condottiero romano, in un padre saggio e comprensivo, in uomo duro col nemico, severo e tenero coi figli.’’
Che garrulo tenerone!


2 Comments »

sabato | by Stefano Reves S.


Propongo uno scientifico articolo di Gabriele De Luca (che già aveva collaborato con noi, inviandoci un contributo di grande successo), scrittore ed esperto informatico al vetriolo.
L'argomento questa volta è il nuovo Sistema Operativo ''Vista'', e soprattutto le tecnologie che (esclusivamente) grazie ad esso lavorano, su tutte la ben nota ''Trusted Computing''.

Palladium... si salvi chi può

Tralasciando le varie appetibili caratteristiche tecniche dei singoli processori, il 945G (quello che utilizza l'Espertone!) ed il 945P Express (il primo destinato ad home consumers, il secondo ad aziende), veniamo subito al punto dolente. Il Pentium D (Dual Core) supporterà la tecnologia DRM (Digital Right Management).
Supponiamo che decidiate di mettere on line filmati o comunque materiale che desiderate abbiano solo i vostri clienti o eventuali utenti paganti, la tecnologia DRM vi consentirebbe di applicare dei "diritti" su quel prodotto in modo tale che solo degli organi specializzati che vengono definiti "provider" possano attivare online, ad esempio dietro compenso o fornendo chiavi di accesso preventivamente ottenute da voi stessi a persone che decidete voi. Lo stesso prodotto se non in linea non funzionerebbe, in quanto non ci sarebbe la mediazione dell'organo di controllo (il provider) che ne attiva i diritti. Bella idea! Non c'è dubbio...

Ora vediamo come questa stessa caratteristica può essere utilizzata malignamente.
Microsoft ha realizzato che questa caratteristica si potrebbe sfruttare per un sistema operativo che prenda il controllo delle macchine in modo totale... Il suo nome è Palladium.
Supponiamo che vi siate decisi a cambiare il vostro Pentium II 266 MHz con un nuovo supercomputer potentissimo che vi possa durare altri 10 anni. Andate al negozio e tutti fieri comperate il vostro Pentium D e il vostro sistema operativo Microsoft Palladium® (tanto anche se voleste trovarlo pirata non riuscireste a copiarlo). Ora a casa andate a prendere il vostro film preferito scaricato da Internet ma non c'è verso di vederlo in esecuzione. Idem con i file MP3 e Dvx. Che sta succedendo?
Il Palladium non intende farvi usufruire di qualsiasi vostro file che il sistema ritiene pirata o illegale!Pensa un po' che meraviglia quando, di tutti i tuoi CD originali ti sei fatto gli MP3 per comodità, te li vedi frullare dal pc perché il Sistema li ritiene pirata!Lo stesso dicasi per i PeertoPeer, con Palladium non funzioneranno.
E Microsoft Office? Nel progetto Palladium la licenza Office dovrebbe essere estesa anche a coloro che lavorano con voi. Ora immaginiamo che qualcuno, con il suo Palladium originale e il suo Office originale, aspetti da voi un'importante relazione che voi avrete stilato con tanta pazienza per tutta la notte. Vi accingete a spedire un messaggio di posta allegando la relazione e andate fiduciosi a dormire. Siete ancora nel cuore del sonno e una telefonata vi sveglia di soprassalto, è il destinatario di posta. Vi sta dicendo che voi avete inviato un messaggio senza l'allegato e che è ancora lì che lo aspetta in quanto si tratta di cosa urgente. Increduli e assonnati andate immediatamente a controllare il vostro client di posta per vedere se veramente vi è scappata una leggerezza così incredibile. Ma no!!! Tutto regolare... Cos'è successo? Semplice, non si possono inviare file di Office a chi sta fuori dalla nostra licenza. E questa è solo una scozzata superficiale di quello che è nel progetto!
Ora direte voi: "E chi ci passa al Palladium?" Beh... si diceva lo stesso di Windows 95, del 98, del 2000 ecc... ecc... Poi, le grandi software house apprezzano molto il fatto che Microsoft vegli sull'autenticità dei loro prodotti.

MAC una soluzione? Peccato, anche lui smette di essere una nicchia di salvataggio e si converte al Palladium!!!

P.s
per i soliti criticoni che sostengono che Microsoft stia presentando una grafica d'eccezione con finestre trasparenti e cose del genere...! Microsoft lo implementerà nel Palladium... Linux con XGL lo ha già implementato!!! PROVARE PER CREDERE!


5 Comments »

venerdì | by Stefano Reves S.


Bentornate ''cluster bombs''!
articolo di George Monbiot (The Guardian), traduzione di Stefano Reves (per chi non lo sapesse, Io)

I Governi Britannico e Statunitense cercheranno di fermare un accordo internazionale per la messa al bando delle ‘‘cluster bombs’’.

Il mistero degli stati moderni è questo. Le risorse necessarie per porre fine ad una vita, siano esse politiche od economiche, verranno sempre trovate. […] Avete mai visto un soldato mendicare per un nuovo fucile? Invece, chissà quanta gente dovremmo pregare in ginocchio, e ricoprire di lusinghe, per comprare una nuova macchina per dialisi al nostro Ospedale.
Se il denaro sperperato per la guerra in Iraq o per aerei da combattimento, fosse stato investito per fronteggiare i cambiamenti climatici, o nella lotta contro la povertà, oggi le nostre emissioni di carbone sarebbero in caduta libera, e nessun uomo morirebbe più di fame.

A Ginevra, durante l’ incontro per rivisitare il ‘‘Trattato per le armi convenzionali’’ […] la Svezia, supportata da Messico ed Austria, porterà avanti la sua campagna per preservare tali armamenti illegali, così come prevede il ‘‘Trattato di Ottawa’’. In risposta Gb, affiancata da Usa, Russia e Cina, ha già trascorso le ultime settimane tentando di prevenire l’inizio di suddette trattative.
Tutto ciò non sorprende, gran parte delle bombe sganciate negli ultimi 40 anni sono state realizzate e fornite dalla Gb ai suoi due principali alleati, Usa ed Israele, per la ‘‘guerra al Terrore’’. La stessa Gran Bretagna ne ha utilizzate a centinaia durante le due Guerre del Golfo.

Le cluster sono minuscoli frammenti di esplosivo, grandi all’incirca come un bicchiere da aperitivo, confezionate in bombe più grandi o membrane protettive. In seguito a deflagrazione si effondono per parecchi ettari. Tale potenza distruttiva è spiegata dacché in principio furono ideate per sventrare carri armati, aeroplani, o per combattere l’ artiglieria antiaerea.

E’ stato appurato che il loro utilizzo comporta due problemi di ‘‘gestione dell’ ordigno’’.
Primo, le bombe, diffondendosi su larga scala, non possono essere indirizzate accuratamente su un determinato obbiettivo. Secondo, gran parte di esse non esplode in seguito all’impatto con la superficie.
Ufficialmente la percentuale delle bombe che ‘‘ciccano’’ si aggira tra il 5 ed il 7%. Quella effettiva è molto più alta. Infatti di tutte le granate sganciate dalle forze Nato in Kosovo, una percentuale tra il 20 ed il 25% non esplose. Delle cluster sganciate dagli Usa in Indocina, il 30%. Infine il 40% degli ordigni israeliani in Libano.
Le bombe inesplose aspettano d’essere disinnescate, gamba dopo gamba. Devastanti come mine da terra, o forse peggiori, perché, e questo gli abitanti del Vietnam e del Laos lo sanno bene, ancora 30 anni dopo e più, una qualsiasi scossa potrebbe farle esplodere.
Secondo un recente rapporto investigativo (Handicap International), circa 100.000 persone sono state uccise dalla cluster, il 98% di esse erano civili. Colpite sul lavoro, durante passeggiate, o nell’ atto di rimuovere macerie dalle (e delle) loro case. Tra essi molti bambini, spesso per via della fatale somiglianza delle bombe a giocattoli. Coloro che sopravvivono spesso rimangono ciechi, o terribilmente deturpati.

I numeri che interessano questo genere di materiale bellico sono da capogiro. 19 milioni di bombe sganciate sulla Cambogia, 70 in Vietnam, 208 nel Laos. Sebbene in tempi più stretti Usa e Gb ne hanno rovesciate 54 milioni in Iraq a partire dal 1991, 2m in seguito alla nuova invasione del 2003. Soltanto quest’ anno Isralele ha speso 4 milioni di granate cluster per il Libano, e gran parte nelle ultime 72 ore.
Oltre alle nazioni sopra citate, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi l’unico altro stato ad aver utilizzato esplosivi simili è la Russia. Dall Afghanistan alla Cecenia, a volte con deliberati attacchi a mercati od altri obbiettivi civili.

Una ‘‘postilla’’ della Convenzione di Ginevra recita ‘’sono proibiti attacchi ad obbiettivi militari, se essi dovessero presentarsi anche come indistinta minaccia alla popolazione civile’’ e ‘‘che potrebbero arrecare eccessive perdite di civili, ferimenti, danneggiamenti a materiale non militare, in relazione alla diretta e concreta operazione bellica’’.
Ma lo spiegamento con tali armamenti continuerà fino a chè non sarà redatto uno specifico trattato che li vieti.
[…]Nel frattempo, il Governo non frenerà la sua abitudine di uccidere, indistintamente.

Per l'articolo in lingua originale clicca qui.


2 Comments »

giovedì | by Stefano Reves S.


Conflitto mancato (?)

Tra ghigni sardonici e qualche sorriso smaliziato si è consumata ieri sera, rapidissima, l’ennesima diatriba sulla guerra irachena. Protagonisti, Giuliano Ferrara, padrone di casa nella trasmissione ‘‘Otto e mezzo’’, e l’ex ‘‘militante marxista’’(si saranno mai incrociati in partito?) Lucia Annunziata. La novità sta nel fatto che questa volta, più che diatriba sarebbe meglio definirla una filippica senza contraddittorio. Perché, se da un canto il ''frontman'' di La7 ha saputo tirar fuori dal suo ricco cilindro, il meglio degli argomenti in difesa della sciagurata operazione, dall’ altro Annunziata si è limitata a chinare il capo, tentando di celare la fronte inturgidita, a comprova dell’imbarazzante situazione di inferiorità creatasi in studio.
Eppure ai ‘‘son contento per la condanna di Saddam, e che l’Iraq abbia finalmente una costituzione democratica’’ non ci vorrebbe granché a rispondere.
Basterebbe ricordare che l’Iraq fu invaso, senza autorizzazione Onu (che sarebbe arrivata solo l’anno seguente), con ambiguità di pretesti senza precedenti, poi rapidamente rivelatisi patetica simulazione. Simulazione che però non ha risparmiato la vita a migliaia di nostri soldati, giustamente convinti di operare per proteggere le loro famiglie dalla minaccia delle armi ddM, ma inconsapevoli dell’ intricato e fuorviante palcoscenico allestito ad hoc tra il Sismi e la Cia.
Sarebbe inoltre stato opportuno rammentare al sagace Giuliano che una costituzione democratica è, prima di un cereo, davvero poco significante, foglio di carta, un processo culturale, metodico, che, storia insegna, due cacciabombardieri non sono in grado quantomeno di supportare.
Insomma le solite cose, ormai litanie insipide per tutti. Alle quali, ma qui chiedo troppo, avrebbe potuto aggiungere la seguente diapositiva.
Un grafico trafugato dal Nyt all’ Esercito statunitense.
‘‘Diagramma andamento del Conflitto iracheno’’ si intitola, e si commenta da solo.
Mostra, aggiornato a fine Ottobre, quanto sia contiguo il piericolo di un conflitto nella frammentaria società irachena, rapportato ai principali fattori di rischio.
Lo riporto integralmente, così come nessun giornale italiano ha voluto fare.


1 Comment »

mercoledì | by Stefano Reves S.


La condanna di Saddam
Quell' occasione persa

Dicono: no, non possono giustiziarlo! Perché sarà inutile! Perché diverrà martire e vittima! Perché nonostante tutto non merita!
Dicono altri: avrebbero dovuto sopprimerlo prima! Evviva! Finalmente! Giustizia sarà fatta!
Con mia sopresa persino
: è come Hitler, non merita di vivere!
Dico io: Ahimè! Che occasione persa! Che prova di vera democrazia esportata sarebbe stata una sentenza differente! Forse farsesca, sicuramente partorita da pressioni militari, che comunque non sono mancate almeno da parte dell’ esercito Statunitense ( che, per chi non lo sapesse, costrinse il precedente Giudice a dimettersi).

Ma una sentenza più umana, si lo dico, più Europea, quanto avrebbe giovato allo spirito del popolo Iracheno?
Poco o nulla probabilmente! Almeno però (e finalmente), oggi potremmo vantarci di aver esportato qualcosa di realmente esportabile : Beccaria ed i suoi figli. Prodotti Europei D.o.p. Materiale raro su tutto il Globo. Unico ed inestimabile come poco altro. Di certo migliore del ciarpame made in Cheney.
D’altronde, pare neanche i suoi prodotti abbiano riscosso migliore successo. O no?

P.s.
Ringrazio il Presidente Napolitano per il gentile e gradito omaggio.


No Comments »

martedì | by Stefano Reves S.


Grandi pulizie d’Autunno!

Certo, ci sarà il rinnovo dei seggi alla Camera, quei 435 onorevoli strapuntini (hai sentito Italia, loro ne hanno 435!!, ma di questo ne parliamo un’ altra volta), si darà una spolveratine anche a qualche flaccido senatore(33 su 100). Ma ci saranno anche Governative, con scontate riconferme (California), ed altrettanto prevedibili (e personalmente auspicati) sconvolgimenti (Ohio, Pennsylvania). Ci saranno ancora Referendum, sui matrimoni gay, sull’ aborto, e persino sulla possibilità di inaugurare una lotteria che invogli gli americani a recarsi alle urne (Arizona). Diciamolo, questo a comprova che gli States e gli statunitensi tutti non pretendono certamente di essere direttamente, o almeno pare non si identifichino nell’illibato patriota che sovente calca e difende le praterie della democrazia sui nostri televisori. Sempre sia vero che la media dei votanti in determinate tornate elettorali, tra cui l'odierna, rasenta a malapena un miserissimo 40%, percentuale che in Italia raddoppia tranquillamente (e questo, ammetto, è un grande merito di Berlusconi).
Dunque, tra legislative, governative e referendum, in questa difficile ridda di schede e matite, per fortuna loro virtuali, ci sarà anche e soprattutto quel voto implicito. Una preferenza che non verrà limpida dalle singole cartelle, bensì dal loro insieme e di altre ancora, fortunatamente per lui non presenti:
Bush, si o no. Vada per il plausibile sorpasso dei Democratici alla Camera, così come per il più difficile al Senato, ma oggi si voterà anche e soprattutto per tutto ciò che i luminosi monitor degli elettori non inquadrano: dall’ Iraq all’economia, dalle politiche energetiche fino ai ‘‘patriot act’’.

Speriamo solo di non ritrovarci nell’incartapecorita Florida del 2000. E qualche dubbi me lo lasciano, le solite macchinette, volute dal Parlamento statunitense, ma installate da una ditta il cui proprietario è dichiarato amico di Chavez, antonomastico nemico di King Gorge. Ed ancora semplici nell’utilizzo, ma altrettanto facili da aggirare. Basterà infatti cliccare il vistoso pulsante giallo sul retro, et voilà, americani potrete votare una seconda volta. Se a ciò si aggiungono le irrigidite regole per il riconoscimento degli elettori, che scoraggeranno gran parte dei votanti di ceto medio-basso, i quali senza ne passaporto ne patente (la carta d’Identità ivi non esiste) avranno ben poco da fare.
State dunque certi, tra poche ore la bagarre elettorale ricomincerà.
A suon di voti? Temo invece a furor di avvocati.
Auguriamoci solo che l’Elefantino presidenziale, imbolsito da 12 anni di dominio assoluto, se non dovesse perdere, smetta quantomeno di fingersi scimmietta del non vedo, non sento, ma parlo e spesso a vanvera.

P.S.
Ai maliziosi che si lamentano della fortunosa coincidenza tra le elezioni americane e la condanna di Saddam Hussein dico, state tranquilli. Gran parte dei volenterosi americani, avevano già votato. Via posta.


2 Comments »

lunedì | by Stefano Reves S.


Anabasi

C’era Stefano Reves; c’era… più correttamente (dopo un’ intera Estate da perfetto latitante) ci fù! Stefano Reves. Da sempre studente torbido e neghittoso, amico avaro, anima pusillanime. D’improvviso, Dio solo saprebbe spiegarne come e perché, individuo curioso, d’ una curiosità pedante e sincera, ed appassionato. Col tempo il più velleitario tra gli scrittori (ma sempre ed ancor più, amico avaro, avaro d’amicizia). Quest’ ultimo ancora ingenuo ed incapace, forse però, un po’ meno inconsapevole. Certamente volenteroso. D’informarsi per esistere, realizzarsi per provare a costruire. Ma la volontà sola non basta. Potrà al massimo coadiuvarlo nel combattere contro, ciò che lui invece vorrebbe provare a combattere in favore. No, la volontà non basta, ne basterà mai. Coraggio e forza ed onestà ed impegno, ed ancora altra volontà ci vorrebbero in supporto.
Altrimenti la ginestra continuerà a vincere. Com’ha vinto sino ad oggi. Continuando a (r)infondere in lui abulia ed accidia, restituendoli il freddo tepore della sua esistenza. Di nuovo insipida.
Oggi il suo viaggio ricomincia, o forse continua periglioso, o forse ancora si stallerà definitivamente.

Oggi ci provo. Mi riapproprio della gruccia da nomade, che non può scendere, ne scenderà mai a patti col nulla, con lo stato e la morale, col politico od il più puro tra gli ideali. Nonostante tutto e tutti. Tra innumerevoli difetti ed inalienabili mancanze da essere umano, di cui mi scuso in partenza. Stefano Reves, un inetto promiscuo.

C’era Stefano Reves. C’era, ci fù, ci sarà ancora? Potrebbe esserci. E’ già qualcosa.


Ai miei amici


1 Comment »