lunedì | by Stefano Reves S.


Il Dicastero del poco o nulla

Poche Nazioni hanno la fortuna di poter usufruire di una così importante fonte di rendita come il petrolio. Ancora meno sono le Nazioni che hanno a disposizione quello che potremmo definire ‘’Petrolio Alternativo’’.
Esiste invero uno Stato che accoglie nei suoi, limitatissimi, confini ben il 75% di una tra queste straordinarie risorse. Ovviamente ci riferiamo al ''Patrimonio Artistico Mondiale'' e, per chi non l’avesse capito, la nazione in causa è ovviamente l’Italia. Veniamo subito al dunque, per preservare e “spolpare economicamente” una cosi fortunata vena di guadagno, potenzialmente redditizia come poco altro, il Petrolio stesso (nda), cosa si poteva fare? Istituire un Dicastero ad hoc? Fatto. Basta così? Una nazione che avesse davvero a cuore la tutela di se stessa avrebbe certamente detto, si, basta! Ma da noi no, assolutamente no! Bisognava indi relegarlo istantaneamente alla posizione di disinteressante ufficio ministeriale, ottima poltrona per contentare un qualche Partito, o magari un Politico con particolari necessità di rinomanza, senza che però Egli recrimini per mancati investimenti od eventuali tagli fiscali. E chi potevamo scegliere noi come Ministro del ‘’Nostro Petrolio’’, se non il bel faccino Rutelli? Ma perché? Perché uomo di onusta, raffinata e ricercatissima erudizione? (elementi ineludibili per chi volesse mirare ad incarico così importante) Data la faciloneria dei soliti discorsi tecnici, oserei da profano, dilettantistici discorsi, tecnici soltanto per presunzione. O forse soltanto perché un bravo antenato fù ottimo scultore? Così, facendone una questione ereditaria. Più probabilmente per la motivazione detta inizialmente.
Ed il rammarico e la rabbia per il totale disinteresse a riguardo di ogni nostro governo, presente e passato, sorge spontaneo. Poi, quando si pensa alle decine di pregiatissimi reperti trafugateci sotto il naso dal più pacchiano e discutibile Museo del Pianeta. Da quella che per anni fu l’indiscussa Casa Bianca della mafia californiana. Al cui posto oggi sorge solo una colonna infame, un volgare e banale pastiché dei peggiori stereotipi culturali e morali, dietro il quale però si continua a schernire ed umiliare quello che dovrebbe essere l’unico Trust del settore, il monopolista indiscusso ed indiscutibile.