domenica | by Stefano Reves S. | , ,


"La televisione è uno strumento che può e deve contribuire a rendere le persone più consapevoli, più responsabili e più libere. Se mancano questi presupposti e questi obiettivi la televisione è soltanto una scatola piena di fili elettrici e di valvole".
Aggiungo io: una scatola, ma a volte molto pericolosa se qualcuno se ne impadronisce e la controlla a proprio uso e consumo.
Good Night, and Good Luck.+ Eug. Scalfari


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Mafia è Potere

La mafia vuole colludere con il potere. Ama il potere poroso, penetrabile, corruttibile, ricattabile. Vuole favori e offre favori. Quando si considera tradita si vendica. Con la lupara, con la chiamata di correo, col ricatto. E quando fiuta che il potere colluso sta traballando, allora lo abbandona. Se intravede i lineamenti di un nuovo potere emergente, gli apre la strada per procurarsi benemerenze ed entrare in contatto.

Questa è la storia e spesso si ripete. Comincia con reciproci ammiccamenti, prosegue con scambio di favori, si crea un equilibrio, entra in crisi l'equilibrio, la convivenza diventa difficile, subentra la guerra.
Questa è la dinamica tra i poteri, al di sopra dei quali ci dovrebbe essere lo Stato. Quasi mai i partiti sono lo Stato e di rado lo sono i governi. Perfino la magistratura talvolta non si identifica con lo Stato. La nostra scommessa questa volta è affidata alla magistratura. Se essa si identificherà con lo Stato forse questa guerra sarà vinta.

Eugenio Scalfari su Repubblica (06/12/1984)


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Ricapolitichiamo

“E’ fragile, pertanto ricattabile”-> quindi crollerà. Presto, ovviamente…
Parola di uno che dice di scrivere bene: Eugenio, santone, Scalfari. L’eroe dell’intellettualismo laico/riformista (parole sue, sue prerogative), il feroce saraceno della dottrina liberale e permissivista, divenuto la guardia svizzera dell’integrità morale come unica credenziale per reggere sulla sommità del potere politico. Le sue armi, tutt'altro che ortodosse, lo stillicidio gossipparo, di per se comprensibile – da che mondo è mondo, l’opposizione ha sempre cercato qualsiasi occasione per delegittimare chi sta al potere – nel concreto presume d’essere la sola risposta ai quotidiani fendenti (legali, mediatici, emotivi) del Cavaliere. Checché se ne dica, il Premier regge saldamente al timone e continuerà a rimanervi malgrado quintali di golosi pettegolezzi sulla sue problematiche relazionali. Solletico... per il Capo di Governo più longevo e con il più largo consenso elettoral-parlamentare che la nazione abbia mai conosciuto. Risposte concrete ci vogliono, il coraggio di tuffarsi nel buio dell’autonomia intellettuale, la voglia sincera di cercare una differenziazione umana e strategica saranno indispensabili strumenti per chi vorrà un giorno, non troppo remoto, sostituire il nocchiero d’arcore. Ma di questi presupposti non sembrano preoccuparsi in tanti; non nel PD, che per la sua interna campagna elettorale, sta remando contro tutto ciò che un tempo (solamente 2 anni fa) gli permetteva di autoinvestirsi come "unica risposta al PDL": primarie e rinnovamento, ovvero selezione interna, dal basso, e rottura con i parametri obsoleti della prima repubblica. Ne bersani ne franceschini rispondono a questi criteri. Ahinoi. Resta da capire dove sfocerà l’apprezzabile exploit di Fini. Se è vero che il co-fondatrore del PDL si sia reso protagonista della più severa e solida invettiva contro l’amministrazione interna del suo partito, è altrettanto indispensabile che le sua urla arrivino a scuotere quella parte dell’establishment alleato, che continua a coccolarsi nel tepore di un potere che non potrà durare in eterno. Peccato, per questo motivo, la crescita dell’apprezzamento, non coincide con un aumento dei consensi. Berlusconi stia tranquillo. I suoi cani da guardia sono già al lavoro per smantellare e ridicolizzare quanto di più coraggioso Fini aveva imbastito. Il suo partito storico, è oramai trasformato in una sorta di riproduzione nostalgica della peggiori oligarchie novecentesche, mentre Fini il caudillo autoritario ed incontestabile. Insomma, il PDL ed il Silvio Berlusconi d'oggi.


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E' espressamente vietato...

Nei quindici giorni precedenti la data della votazione e fino alla chiusura delle operazioni di voto rendere pubblici o comunque diffondere i risultati, anche parziali, di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori.
(articolo 8 della legge 22 febbraio 2000)

Leggere gli editoriali di Eugenio Scalfari

"il Pdl oscilla in una forchetta tra il 39 e il 42 per cento; il Pd tra il 26 e il 29; la Lega tra il 9 e il 10, Di Pietro tra l'8 e il 9; le due sinistre sfiorano ma non arrivano alla soglia del 4; l'Udc tra il 6 e il 7."
(dall'editoriale di Eugenio Scalfari su Repubblica di oggi)


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