lunedì | by Stefano Reves S. | , ,


Ci basta la verità

L'INCHIESTA sulla Protezione Civile è l'irruzione della realtà - una gran brutta realtà - nell'universo magico del berlusconismo che racconta a se stesso e al Paese, dagli schermi asserviti della televisione unica, un'epopea populista di successi ininterrotti, all'insegna del "fare". Oggi si scopre che quel "fare" senza regole nasconde il malaffare. E il disvelamento è immediato, con i cittadini dell'Aquila che entrano a forza nel centro storico morto e sepolto, denunciando la mistificazione televisiva e costringendo il sindaco ad ammettere che "la Protezione Civile ci ha salutati e se n'è andata, e noi dopo dieci mesi siamo davanti a 4 milioni e mezzo di metri cubi di macerie".
Si capisce l'agitazione politica che domina il Presidente del Consiglio.

Prima ha insultato i magistrati ("vergognatevi"), poi ha taciuto per una settimana provando la carta propagandistica di una legge anticorruzione che è durata lo spazio di fanfara di un telegiornale, perché nemmeno nelle favole le volpi possono scrivere i regolamenti dei pollai. Infine ieri è tornato a parlare di complotto "che annulla i risultati miracolosi", ha attaccato l'opposizione e come sempre quando le difficoltà lo sovrastano ha denunciato "il superpartito di Repubblica" come il vero artefice di questo scandalo e di questa crisi.

Vorremmo tranquillizzarlo: un giornale non è un partito. Ma vorremmo anche spiegargli che in Occidente un giornale ha il dovere di illuminare la realtà, raccontandola, e di rappresentare la pubblica opinione che vuole conoscere e sapere, per giudicare. Noi continueremo a farlo. Berlusconi può aiutarci: dica quel che sa sugli appalti, i favori e la corruzione gelatinosa della Protezione Civile, sulla ragnatela che coinvolge Palazzo Chigi. Ancora una volta, la strada è semplice: dica la verità ai cittadini.
(E. Mauro)


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mercoledì | by Stefano Reves S. | , , , ,


NOcleare...

le "grandi opere" nascono da sempre per difendere piccoli interessi. La follia di edificare un ponte sullo stretto più --potenzialmente- sismico del mondo, la salatissima parcella che i produttori della TAV ci presenteranno (5 volte superiore alla media spagnola e francese) sono gli esempi più scontati. Sia chiaro, non parlo da "politicamente coinvolto", in mia difesa ricordo che entrambe le opere vengono sponsorizzate dai principali schieramenti parlamentari (il primo a pretendere il ponte fu un certo Prodi Romano). Ma prima di cavalcavia ed autostrade c'è una terza "meraviglia" che minaccia di trasformare l'italia nel più grande calderone europeo di radioattività. E pare che non importi a molti. Il premier ha esplicitamente dichiarato che no, la puglia non verrà interessata dalle imminenti installazioni. Salvo poi smentirsi pochi giorni dopo le elezioni. Scendendo di grado i discorsi dei signorotti locali non sembrano di minore spessore. Eccezion fatta per Vendola che ha fatto dell'eolico il suo cavallo di battaglia (si percorra le due tangenziali tra brindisi e gallipoli per constatarlo di persona) la politica diventa il solito delirante gioco dello scarica barile e delle ambiguità. Dice il candidato Palese "no in Puglia, ma sono favorevole", il che è un ossimoro alquanto preoccupante (vinte le elezioni potrà coerentemente giustificare gli impianti nucleari dicendo "è sempre stato nel mio programma"), aggiunge sibillamente il "nostro" consigliere Scianaro "Vendola si sta rifugiando su tematiche immaginifiche, se non metafisiche (?), quali il nucleare[...] Il centrodestra ha votato una legge regionale nella quale si subordina ogni decisione al consenso esplicito e preventivo delle popolazioni interessate. " Traducendo dal politichese "in un modo o nell'altro vedremo di infinocchiarvelo". A dar man forte non potevano mancare le sedute di ottimismo mediatico dove il problema nucleare viene simpaticamente liquidato con un "è sicuro/è conveniente/è il futuro". Ora, cosa c'è di innovativo in una tecnologia vecchia di quasi 70 anni (parlo delle centrali di ultima generazione)? quanto c'è di conveniente nell'operazione industriale più lenta e dispendiosa che si conosca? Io attendo risposte. Nel frattempo fatevi due conti pensando ai costi di smantellamento che da soli raggiungono il doppio di quelli necessari per la costruzione di un'intera centrale. Senza tener conto delle "spese occulte". Ma queste ultime sono un problema che stiamo generosamente donando ai nostri nipoti i quali tra 10.000 o 20.000 anni dovranno ancora fare i conti con la nostra pupù radioattiva. Allora credete che ringrazieranno i nostri governanti per aver costruito centrali atomiche, o noi per non averlo impedito?


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sabato | by Stefano Reves S. | , ,


Dopo Vittorio Mangano, ieri è nato un nuovo EROE.
Fortunatamente, come ben ricorda Sergio Romano:


"i processi non sono partite di calcio in cui ogni gol suscita spe­ranze di vittoria o timori di sconfitta. Sono percorsi logici in cui ogni ipotesi viene sottoposta a un esa­me della verità. Pensare che una testimonianza ba­sti da sola a pregiudicarne l’esito e che da essa si pos­sano trarre analisi politi­che è sbagliato. Ai giudici non serve in queste occa­sioni una tumultuante giu­ria popolare."

P.S.
A quelle fonti di purezza eterea chiamate "TG5" e "Tg1", ieri esultanti come avventori in un'anonima bettola per un gol di Inzaghi, ricordo che uno dei due Graviano ha solamente rinviato la propria deposizione.


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mercoledì | by Stefano Reves S. | ,



Il recente discorso di Benedetto XVI appare, prima che una critica verso il naufragato sistema televisivo italiano, un sottile monito al suo principale azionista, nonché nostro Presidente del Consiglio. La questione Boffo non ancora metabolizzata (non è bastato l’incompetente dietro front di Feltri), le bizzarrie intime di Berlusconi, le receneti sfuriate leghista contribuiscono a spiegare questi ed i probabili futuri attriti tra la sponda cattolica pidiellina e quella dei porporati militanti. Da un lato il Presidente del Consiglio, impossibilitato a negare vicende che imbarazzerebbero il meno pudico dei cattolici, ma conscio di possedere un ampio e fedele bacino elettorale, indifferentemente da come la pensino sull’altra sfonda del Tevere, dove si è consapevoli che il pericolo “relativista”, ovvero il sempre più importante allontanamento della società dall’accettazione dei diktat clericali, rischia di intensificarsi a causa delle tensioni con i generali del PDL, fino a poco fa solidi alleati. Scossoni inevitabili in un momento di transizione. Indicheranno alla Chiesa quale strada percorrere, con la nuova geografia politica che deciderà se Berlusconi è ancora una volta in grado di reggere le sorti del Paese, oppure se è ormai ora di orientarsi verso nuove alleanze.


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| by Stefano Reves S. | , , , ,


Una via al merito...

In questo blog non leggete da tempo quei vivaci epiteti sul modus operandi del Governo, tanto cari allo zuccone nazionale, o indispensabili per corroborare i piagnistei grilleschi. Non per ripensamenti, senso di colpa, od improvvisa conversione al berlusconesimo (il mio giudizio sull’affidabilità diplomatica del premier rimane lo stesso che darei al cirque du soleil) ma la proposta di intitolare una strada ad una persona solamente perché genitrice del Presidente del Consiglio sembra molto più di una semplice bizzarria. Il sogno infantile di trasformare il paese in cui si è stati eletti (e da cui un giorno o l'altro si verrà deposti) nella pinacoteca di famiglia. Dove tutto testimonia la grandezza del proprio ego. Non la bontà del proprio lavoro.



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domenica | by Stefano Reves S. | , , ,


Ricapolitichiamo

“E’ fragile, pertanto ricattabile”-> quindi crollerà. Presto, ovviamente…
Parola di uno che dice di scrivere bene: Eugenio, santone, Scalfari. L’eroe dell’intellettualismo laico/riformista (parole sue, sue prerogative), il feroce saraceno della dottrina liberale e permissivista, divenuto la guardia svizzera dell’integrità morale come unica credenziale per reggere sulla sommità del potere politico. Le sue armi, tutt'altro che ortodosse, lo stillicidio gossipparo, di per se comprensibile – da che mondo è mondo, l’opposizione ha sempre cercato qualsiasi occasione per delegittimare chi sta al potere – nel concreto presume d’essere la sola risposta ai quotidiani fendenti (legali, mediatici, emotivi) del Cavaliere. Checché se ne dica, il Premier regge saldamente al timone e continuerà a rimanervi malgrado quintali di golosi pettegolezzi sulla sue problematiche relazionali. Solletico... per il Capo di Governo più longevo e con il più largo consenso elettoral-parlamentare che la nazione abbia mai conosciuto. Risposte concrete ci vogliono, il coraggio di tuffarsi nel buio dell’autonomia intellettuale, la voglia sincera di cercare una differenziazione umana e strategica saranno indispensabili strumenti per chi vorrà un giorno, non troppo remoto, sostituire il nocchiero d’arcore. Ma di questi presupposti non sembrano preoccuparsi in tanti; non nel PD, che per la sua interna campagna elettorale, sta remando contro tutto ciò che un tempo (solamente 2 anni fa) gli permetteva di autoinvestirsi come "unica risposta al PDL": primarie e rinnovamento, ovvero selezione interna, dal basso, e rottura con i parametri obsoleti della prima repubblica. Ne bersani ne franceschini rispondono a questi criteri. Ahinoi. Resta da capire dove sfocerà l’apprezzabile exploit di Fini. Se è vero che il co-fondatrore del PDL si sia reso protagonista della più severa e solida invettiva contro l’amministrazione interna del suo partito, è altrettanto indispensabile che le sua urla arrivino a scuotere quella parte dell’establishment alleato, che continua a coccolarsi nel tepore di un potere che non potrà durare in eterno. Peccato, per questo motivo, la crescita dell’apprezzamento, non coincide con un aumento dei consensi. Berlusconi stia tranquillo. I suoi cani da guardia sono già al lavoro per smantellare e ridicolizzare quanto di più coraggioso Fini aveva imbastito. Il suo partito storico, è oramai trasformato in una sorta di riproduzione nostalgica della peggiori oligarchie novecentesche, mentre Fini il caudillo autoritario ed incontestabile. Insomma, il PDL ed il Silvio Berlusconi d'oggi.


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giovedì | by Stefano Reves S. | ,


Tempi di bassa lega

L’Italia vista dagli USA non esiste più, è un magma incomprensibile, ma fa ancora tenerezza. Fra politici e diplomatici c’è una barzelletta fatta di una sola parola che fa scoppiare tutti a ridere in modo sfrenato, incontrollabile, con le lacrime agli occhi, e quella parola è ”Berlusconi”.

Basta il nome. Per causa sua sono stato umiliato ovunque, umiliato il mio Paese, umiliato il nome ancora decente e molto amato dell’Italia. E questo accade anche se Berlusconi, colpito in questi due mesi dalle mazzate che si è chiamate tutte da solo con la sola forza della sua gigantesca imprudenza arrogante dovuta alla presunzione di essere considerato un ragazzaccio irresistibile cui tutto è concesso, non ha poi fatto tanto male.

Al G8 ha fatto benino, ce l’ha messa tutta: non ha ficcato un dito nel culo della Merkel, non ha strizzato le palle a Obama, non ha fatto le corna a Sarkozy, non ha dato una gomitata nello stomaco a Barroso e non ha detto “che ti farei” a una signora che passava per strada.[...] Berlusconi è un segno dei tempi e sono tempi di bassa lega.

Paolo Guzzanti


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| by Stefano Reves S. | ,


Anteprima Mondiale
DOVE FINIRA'?
La copertina dell'Economist in edicola dopodomani!



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venerdì | by Stefano Reves S. | ,


A casa mia

A casa mia la carne si compra il sabato. E si consuma di domenica. Magari assieme i nonni o gli zii. Talvolta, spesso nel week end, si presenta un ospite, e mia madre gli prepara del caffè. Con la moka ovviamente. Quella tradizionale, napoletana. D'altronde la mia casa è in puglia e la puglia confina con la campania. Bucolica, terronia, levantinia ma sempre italia, sempre all'europa salda(ta). A casa mia talvolta capita che, dopo il processo, uno venga riconosciuto colpevole, "di corruzione" magari, e per deduzione un pò ingenua un pò fancuillosa, mi verrebbe da chiedere se non ci sia anche il corruttore. Sempre in questi casi talvolta il corrotto riceve milioni e milioni dal corruttore, così può corrompersi, ma i milioni e milioni non hanno una firma, forse l'origine è certa, ed è persino facilmente riconducibile a quella firma, la firma del corruttore, per l'appunto. Allora il mio istinto, più che la ragione, cerca di chiedere spiegazioni. Non un processo, in questi anni la storia è un pò cambiata. La legge è uguale per tutti, ma a casa mia è stato deciso che qualcuno dalla legge è diverso... non superiore. Sarà che i due non si capiscono, sarà che lei non piace, sarà che hanno avuto una storia senza il lieto fine. Magari Lui ha altri gusti, chissà. Resta il fatto che a casa mia, a qualcuno, la legge non piace proprio. Come non piaceva a Carlo Magno, Federico II, o Qin Shi Huan di, (perdonino il paragone). A casa mia qualcuno dice che la giustizia va delegittimata, non criticata, a casa mia quel qualcuno sminuisce il parlamento, non lo rispetta, aggredisce quello che, me l'ha detto mamma, è il fulcro della democrazia ( la separazione dei poteri), non la accetta proprio. Dice che lui è migliore di tutto questo. Nel senso che è più buono è più giusto, è più comprensivo e pertanto aperto al dialogo.Per questo non deve darci risposte, tutt'al più può inondarci di bla bla, bla...senza però entrare nel merito. Lui dice che è superiore ai "perché" ai chiarimenti". E con lui sono d'accordo in tanti. Quasi il 75% di casa mia approva ciò che Lui dice. La differenza tra loro è che c'è chi se ne frega, chi lo fa per noia, o disinteresse e chi per un modesto stipendio. Così potrà mantenere casa. Auguri.

P.S.
Domani intervistona col protagonista delle supermattinate di canale 5...


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mercoledì | by Stefano Reves S. | , ,


Berlusconi è particolarmente CHUTZPAH!*

"Il Primo Ministro non ha poteri!". Quest'affermazione di Berlusconi ha un alto valore pratico. Cerca gli strumenti con cui sciogliere il Parlamento (del quale al momento è soltanto il Presidente) e la frase diventa un mezzo con cui ricattare i suoi alleati. Uno dei tanti obiettivi... il prossimo sarà raggiungere il 51% dei consensi alle Europee. Andiamo avanti!

Conclusione di un articolo pubblicato oggi su "The Guardian".

*chutzpah: "insolente" termine yiddish.


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| by Stefano Reves S. | , ,


Diamo a Berlusconi quel che è di Cesare

Quale sarebbe il souvenir da conservare come ricordo per la nascita del PDL? Una matriosca a forma di Silvio, al cui interno ne trovereste fagocitate di più piccole rappresentanti i vari premier avvicendatisi negli ultimi 15 anni. La bambola conserva al suo esterno un messaggio che farà preoccupare i critici ed entusiasmerà i seguaci: Berlusconi non è più uno tra i diversi contendenti politici, ma il padrone indiscusso di una nazione intera.

Non per niente, da quando è tornato al potere per la terza volta, l’opposizione ha iniziato a sciogliersi come neve alpina in piena estate. In meno di un anno l’Unione si è spaccata, il principale partito rivale ha sostituito il suo leader e – grazie all’impatto di una crisi economica globale su una società in cui politica e finanza sono inestricabilmente legate – Berlusconi ha ottenuto un immenso potere su tutte quelle banche ed imprese in difficoltà.
La trasformazione del PDL, da alleanza elettorale a partito vero e proprio è solamente l’ultimo passo di una marcia trionfale. Verso la realizzazione di un sogno politico dove Berlusconi è Leader ed arbitro. Lontano dal destino toccato al suo rivale Veltroni, vittima della sua reputazione di insulso indeciso. Una paura rimane: che Berlusconi estrapoli il termine “libertà” affinché lo legittimi a fare qualsiasi cosa egli voglia. Il Primo Ministro non è infatti abituato ad essere interpellato dai suoi seguaci. Ora che il suo principale “rivale” interno è stato zittito con l’elezione a Presidente della Camera, il nostro Magnate ridanciano e perennemente abbronzato è diventate un vero e proprio Cesare. Ed in vista non ci sono Bruto.

The Economist - March 26th, 2009


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domenica | by Stefano Reves S. |


Silvio is still grinning... e ne ha ben donde

Sarebbe dovuto essere una settimana terribile per Berlusconi – vedi sotto la voce “Mills”, un terremoto che avrebbe turbato i sogni di qualsiasi altro premier d’occidente – e invece no... per Silvio è stata la settimana della consacrazione. Dell’investitura assoluta a Premier massimo, affrancato persino da quella mezza calzetta del Pd, oggi resa ancor più lisa dalla imbarazzante elezione di Franceschinetti…

Non esageriamo però. Frugare nelle ferite di un malato terminale com'è l'opposizione italiana, sarebbe da codardi o masochisti (che Franceschini/Fassino abbiano gli stessi gusti di Max Mosley?). Sappiamo tutti che la causa principale di questo stato di diritto alla rovescia è quella legge, casualmente studiata ad hoc, per garantire l’immunità del Primo Ministro italiano. Cose da Venezuela.


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mercoledì | by Stefano Reves S. | , , ,


Il Guardian dedica il graffio quotidiano - spazio solitamente riservato a questioni interne* - alla vicenda Mills...


*questioni interne = Gordon Brown


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domenica | by Stefano Reves S. | ,


Viva radio2

In ansia per le sorti del mio amato Parma, ascoltavo un programma di calcio su radio2 (radio1 non prende da tempo), una sorta di "tutto il calcio minuto per minuto" banalizzato da quelle stupide amenità che tanto fanno ridere igli italo-calciofili. Ad un certo punto l'inviato da Milano ferma un passante e...

"Per che squadra tifa?"
"guardi, del calcio non me ne frega niente"
"ed allora, se non le interessa nulla del calcio, quali sono le sue priorità?''.
"che Berlusconi muoia".


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sabato | by Stefano Reves S. | , , , ,


il New York Times oggi si interroga sulle...
Tasse all'italiana

Qual è l’atteggiamento della gente nei confronti delle tasse. Gli italiani rispondono con qualcosa del tipo “Perché dovrei pagarle io se nessun altro lo fa?” Nel bel paese l’evasione è talmente comune che categorie come i locatori di appartamenti sono abituate ad imporre due affitti: il primo corrispondente all’ammontare effettivo, il secondo molto più basso, sottoposto ai vincoli amministrativi. Entrambi con il beneplacito delle autorità. Sconcertante.
Ma in settimana, sebbene per poche ore, tutto è venuto a galla per merito di una “tecnologia trasparente” a cui da queste parti non sono abituati. Il Governo Prodi ha infatti diffuso i dati sulla dichiarazione dei redditi per quei 40 milioni di italiani che hanno pagato le tasse nel 2005.
Esito: pagina web immediatamente intasata, cosa che però non ha impedito agli italiani di spiare il reddito del proprio vicino o della celebrità di riferimento.
Alcune associazioni di consumatori hanno elogiato questo esercizio di trasparenza. Da molte altre però aspramente criticato, tanto che il sito è stato chiuso dopo poche ore dalla pubblicazione.
“E’ una follia” “una scelta fatta da imbecilli” “sarà pericolosissimo pagare le tasse adesso”. Questa è la voce di Beppe Grillo, il comico per cui le invettive antigoverno sono diventate comprovato strumento di profitto.
Ma la legge è stata rispettata, almeno secondo Visco.
Il Governo uscente di Prodi in questi due anni ha contribuito ad alleggerire la difficile condizione dell’economia nazionale introducendo nuove tasse, mentre Berlusconi, premier da una settimana, tempo fa disse che gli italiani evadevano le tasse perché alla fine i servizi offerti dallo stato rimanevano comunque carenti, adesso invece decanta abbattimento delle imposte e cancellazione delle leggi truffa.

Sebbene il sito in questione sia stato oscurato, oggi le tabelle sui redditi continuano a circolare in rete, come cereali pronti ad essere macinati da sguardi curiosi, primo passo per l’accettazione della trasparenza.


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venerdì | by Stefano Reves S. | , , , , , ,


articolo da "The Economist"
MAMMA MIA x2
ennesima disamina spietata sull'Italia, ma con barlumi di speranza

INCREDIBILE, il cavaliere è tornato. [...]
(nel 2006, ndSR) Furono il conflitto d’interessi e l’aggrovigliata rete di procedimenti penali a suo carico che ci spinsero a giudicare Berlusconi "unfit" inadatto. Oggi la nostra posizione non è cambiata. Quando ribadisce che i magistrati andrebbero sottoposti ad accertamenti per valutarne la sanità mentale, oppure quando uno dei suoi più stretti collaboratori, un senatore (tal Marcello Dell'Utri, ndSR) che, in contrasto con una condanna per associazione mafiosa, definisce eroe un uomo condannato per omicidio premeditato, allora sussistono buone ragioni per ritenere che il Sig. Berlusconi non dovrebbe guidare questo paese.

Oggi la più grande sfida per Berlusconi non riguarderà il suo conflitto d’interessi, i suoi processi o la Mafia. Bensì il tremendo stato dell’economia italiana. Non per nulla i patemi finanziari sono stati il terzo motivo per cui il partito dei disillusi ha scelto di votare per il centro-destra. La categoria ha rimproverato al governo uscente di non aver fatto nulla per loro, eccetto che aumentare le imposte. Ed oggi, nonostante le passate esperienze con gli “indiscreti”(mia libera interpretazione del termine tawdry) governi Berlusconi, molti italiani continuano a credere nella favola che lo ha reso l’uomo più ricco d’Italia. Sperano ancora di poterne attingere.

Gli italiani hanno ottime ragioni per preoccuparsi della situazione economica. Negli ultimi vent’anni la penisola è diventata indiscutibilmente il vero malato d’Europa. Il fmi prevede che nel biennio 2008/09 l’economia nazionale maturerà di un irrilevante 0.3%, il tasso di crescita più basso d’Europa e tra i paesi del G8. Quest’anno il Pil è sceso per la prima volta sotto la media europea, mentre il prossimo anno avverrà il sorpasso della Grecia, così come è nel 2006 ci fu quello della Spagna. In un’economia internazionale in rallentamento l’italia rimane al margine per le sue deboli prospettive.

La congiuntura economica ha attraversato governi di destra e di sinistra. Le sue radici sono profonde e strutturali, ci vorranno anni per porvi rimedio. Secondo i watchdogs internazionali l’italia dovrà essere sottoposta alle riforme più pesanti tra i paesi avanzati. Ad oggi sindacati ed interessi personali hanno reso vano ogni tentativo di riforma. Le infrastrutture vanno sgretolandosi, gli investimenti sul clima inesistenti, l’inflazione in continua agitazione e la produttività particolarmente bassa. L’amministrazione pubblica è inefficiente e corrotta, specialmente nel sud, la montagna napoletana di rifiuti ne è ultima prova.

E’ il momento di liberalizzare

[...] Berlusconi ed il suo ministro delle finanze, nonché influente ideologo, Giulio Tremonti hanno la preziosa occasione di lavorare su qualche elemento positivo (imprese del nord ed esportazioni di qualità, ndSR), nonché un’enorme maggioranza per concretizzare ampie riforme. La domanda è se le faranno. L’assenza dell’estrema sinistra dal parlamento potrebbe far inasprire qualsiasi tentativo di confronto. Ma quando il governo dovesse riuscire nelle roforme, anche noi dovremmo riconoscere che persino lui è in grado di migliorare. Sfortunatamente ci sono buoni motivi per dubitare nelle credenziali della nuova amministrazione.

Tremonti ha indicato la globalizzazione come prima causa dei problemi italiani. La Lega Nord, dopo il buon risultato elettorale, è sempre più apertamente per il protezionismo e contro l’immigrazione. Per quanto concerne alitalia, la fallimentare compagnia di volo nazionale, Berlusconi intende difendere la possibilità di un investimento statale, nonostante rimanga insufficiente, piuttosto che sottoporre la compagnia alle leggi internazionali del mercato. Effettivamente, sia lui che Tremonti preferiscono criticare l’euro e la BCE invece di accettare che le malattie italiane abbiano origine endemica.

Ma non siamo pessimisti. Berlusconi sembrerebbe aver compreso, anche se con ritardo, la grave situazione in cui versano le finanze italiane. Una confortante maggioranza significa che adesso non avrà più scuse per tirar fuori le riforme. Questo sarà il suo più grande esame: sperando per amore d’italia, che lo passi.


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giovedì | by Stefano Reves S. | , , , ,


il Financial Times di oggi propone un'irrinunciabile chicca.
Traduzione mia, commentate voi...
MAMMA MIA x1
Berlusconi is back and so is Silviospeak (titolo originale)

Alle 23 lingue ufficiali della comunità europea bisognerà aggiungerne una 24esima. Il Silviospeak. Si Silvio è tornato, ancora una volta attirando teste e testate da tutta europa. Il futuro premier deve ancora formare un governo ma ha già lasciato in ansia Bruxelles su due questioni. La difesa di un'alitalia improduttiva e la nomina del commissario europeo per l’italia.
L’imprenditore miliardario ha stoppato le voci sulla trattativa Alitalia Airfrance/Klm sostenendo la possibilità di un acquisizione italiana. Il discorso è semplice, se un imprenditore non tira fuori i soldi, la si potrebbe nazionalizzare. Ha coniato un nuovo termine ‘”ziniare”, per descrivere le intimidazioni della Commissione, ansiosa di sapere se alitalia riceverà o meno ulteriori sussidi statali, svantaggiando così la concorrenza.

“Se dovessero continuare ad intimidirci potremmo decidere di statalizzare Alitalia, tramite le Ferrovie dello stato” precisando dopo “E’ una trattativa, non una decisione”.
Alcuni sostengono possa trattarsi di uno scherzo in quanto alle ferrovie mancano le risorse per l’acquisto.
Jacques Barrot, commissario EU ai trasporti, ha espresso dubbi sull' idea di un finanziamento per 300 milioni compilato come sussudio statale. Martedì la Commissione ha stabilito che la nazionalizzazione non sarebbe un problema fino a quando lo stato dovesse pagare il 50.1% di quote alitalia che non possiede a cifre di mercato. Ma data l’assenza di acquirenti stranieri una cifra di mercato sarebbe difficile da quantificare.


Sarà venuto un gran mal di testa a Barroso dopo aver ricevuto la richiesta da parte di Frattini per un prolungamento del permesso fino al 15 Maggio. La campagna elettorale ha rubato tempo, mentre ora attende la nomina a ministro degli esteri. La scorsa settimana Barroso ha riferito che se dovesse dimettersi, l’italia perderebbe una postazione sensibile come è il dicastero della giustizia, importante anche per questioni interne, dove dove verrebbe rimpiazzato da Barrot. Mentre al prossimo commissario italiano dovrebbe toccare il portfolio per i trasporti. Dal quale Rocco Buttiglione, ultima scelta di Berlusconi durante la scorsa legislatura, si ritirò nel 2004 dopo aver offeso il Parlamento Europeo con osservazioni sull’omosessualità e sul ruolo delle donne.
Pazienza per l’Italia ce n’è poca a Bruxelles. E dopo tutto il tempo trascorso con Berlusconi, Frattini farebbe bene a non mettervi più piede.

a domani per l'articolo dall'Economist


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