mercoledì | by Stefano Reves S. | , , ,


La ''proposta'' Cei

''Un documento meditato e impegnativo per i Cattolici'', ''una parola meditata, ufficiale, che sia impegnativa per coloro che accolgono il magistero della Chiesa e che possa essere chiarificatrice per tutti''. Non usa mezzi termini, ne mezze misure, il Pontefice durante l’ultimo Simposio promosso dalla Pontificia Università Lateranense. Un ‘’Convegno sulla legge naturale’’, resosi necessario in seguito alle continue minacce che <il relativismo applicato a un campo come l'etica finisce per portare con sé>. <Soprattutto tra i giovani crea un senso di disorientamento che rende precarie e incerte le scelte della vita di ogni giorno>. Ora, la pugnacia con cui il Vaticano irrompe nel dibattito pubblico non disturberebbe nessuno, ne tantomeno il sottoscritto, se l’obbiettivo del messaggio fosse l’ individuale autorità morale. E’invece evidente che il reale campo di battaglia scelto dalla Sacra Sede è un altro. Investe direttamente le due Camere. Imponendo a tutti i deputati di dichiarata fede Cattolica l’obbligo di non promuovere un emendamento, visto come primo passo verso la violazione di quella che è <una legge eterna e immutabile>. Così la definiva ieri il Vescovo Amato.
A questo punto è importante ricordare che un qualsiasi Deputato, al momento di ogni scelta parlamentare debba tener conto, prima ancora delle proprie convinzioni morali, della ''necessità di perseguire la felicità comune''. Una ''felicità'' che non coincide necessariamente con il pensiero Sacerdotale. Ne è definibile ''relativismo etico'' se al suddetto pensiero non è chiamata ad omologarsi.
Insomma, il punto è sempre lo stesso. Un conto è chiedere ad un cittadino di uniformare il proprio comportamento ad un determinato Credo, tutt’altra cosa è pretendere che uno Stato uniformi ad esso le proprie Leggi.


One Response to “ ”

Show / Hide Comments
  1. Anonimo says:

    "Così la definiva ieri il Vescovo Amato".....l'ha o la??? cmq bello il post...mi trova molto d'accordo....