domenica | by Stefano Reves S. | , , ,


Ricapolitichiamo

“E’ fragile, pertanto ricattabile”-> quindi crollerà. Presto, ovviamente…
Parola di uno che dice di scrivere bene: Eugenio, santone, Scalfari. L’eroe dell’intellettualismo laico/riformista (parole sue, sue prerogative), il feroce saraceno della dottrina liberale e permissivista, divenuto la guardia svizzera dell’integrità morale come unica credenziale per reggere sulla sommità del potere politico. Le sue armi, tutt'altro che ortodosse, lo stillicidio gossipparo, di per se comprensibile – da che mondo è mondo, l’opposizione ha sempre cercato qualsiasi occasione per delegittimare chi sta al potere – nel concreto presume d’essere la sola risposta ai quotidiani fendenti (legali, mediatici, emotivi) del Cavaliere. Checché se ne dica, il Premier regge saldamente al timone e continuerà a rimanervi malgrado quintali di golosi pettegolezzi sulla sue problematiche relazionali. Solletico... per il Capo di Governo più longevo e con il più largo consenso elettoral-parlamentare che la nazione abbia mai conosciuto. Risposte concrete ci vogliono, il coraggio di tuffarsi nel buio dell’autonomia intellettuale, la voglia sincera di cercare una differenziazione umana e strategica saranno indispensabili strumenti per chi vorrà un giorno, non troppo remoto, sostituire il nocchiero d’arcore. Ma di questi presupposti non sembrano preoccuparsi in tanti; non nel PD, che per la sua interna campagna elettorale, sta remando contro tutto ciò che un tempo (solamente 2 anni fa) gli permetteva di autoinvestirsi come "unica risposta al PDL": primarie e rinnovamento, ovvero selezione interna, dal basso, e rottura con i parametri obsoleti della prima repubblica. Ne bersani ne franceschini rispondono a questi criteri. Ahinoi. Resta da capire dove sfocerà l’apprezzabile exploit di Fini. Se è vero che il co-fondatrore del PDL si sia reso protagonista della più severa e solida invettiva contro l’amministrazione interna del suo partito, è altrettanto indispensabile che le sua urla arrivino a scuotere quella parte dell’establishment alleato, che continua a coccolarsi nel tepore di un potere che non potrà durare in eterno. Peccato, per questo motivo, la crescita dell’apprezzamento, non coincide con un aumento dei consensi. Berlusconi stia tranquillo. I suoi cani da guardia sono già al lavoro per smantellare e ridicolizzare quanto di più coraggioso Fini aveva imbastito. Il suo partito storico, è oramai trasformato in una sorta di riproduzione nostalgica della peggiori oligarchie novecentesche, mentre Fini il caudillo autoritario ed incontestabile. Insomma, il PDL ed il Silvio Berlusconi d'oggi.