lunedì | by Stefano Reves S. | , ,


Ci basta la verità

L'INCHIESTA sulla Protezione Civile è l'irruzione della realtà - una gran brutta realtà - nell'universo magico del berlusconismo che racconta a se stesso e al Paese, dagli schermi asserviti della televisione unica, un'epopea populista di successi ininterrotti, all'insegna del "fare". Oggi si scopre che quel "fare" senza regole nasconde il malaffare. E il disvelamento è immediato, con i cittadini dell'Aquila che entrano a forza nel centro storico morto e sepolto, denunciando la mistificazione televisiva e costringendo il sindaco ad ammettere che "la Protezione Civile ci ha salutati e se n'è andata, e noi dopo dieci mesi siamo davanti a 4 milioni e mezzo di metri cubi di macerie".
Si capisce l'agitazione politica che domina il Presidente del Consiglio.

Prima ha insultato i magistrati ("vergognatevi"), poi ha taciuto per una settimana provando la carta propagandistica di una legge anticorruzione che è durata lo spazio di fanfara di un telegiornale, perché nemmeno nelle favole le volpi possono scrivere i regolamenti dei pollai. Infine ieri è tornato a parlare di complotto "che annulla i risultati miracolosi", ha attaccato l'opposizione e come sempre quando le difficoltà lo sovrastano ha denunciato "il superpartito di Repubblica" come il vero artefice di questo scandalo e di questa crisi.

Vorremmo tranquillizzarlo: un giornale non è un partito. Ma vorremmo anche spiegargli che in Occidente un giornale ha il dovere di illuminare la realtà, raccontandola, e di rappresentare la pubblica opinione che vuole conoscere e sapere, per giudicare. Noi continueremo a farlo. Berlusconi può aiutarci: dica quel che sa sugli appalti, i favori e la corruzione gelatinosa della Protezione Civile, sulla ragnatela che coinvolge Palazzo Chigi. Ancora una volta, la strada è semplice: dica la verità ai cittadini.
(E. Mauro)