venerdì | by Stefano Reves S.


Un plausibile Report presentato ieri dall’ autorevolissimo The Economist offre la più penosa e purtroppo veritiera visione dell’attuale situazione Italiana:

Addio, Dolce Vita

Dal titolo redatto in Italiano si intuisce istantaneamente quali saranno le conclusioni della prestigiosa rivista (quella che prima dell’ultima vittoria elettorale del Centro-destra pubblicò un’ edizione speciale sulla cui copertina giganteggiava la scritta UNFIT!, INADATTO!, rivolto proprio al nostro attuale Premier).
Per motivi di spazio ho realizzato un’efficace scrematura, cercando di includere tutti gli argomenti principali:
1.La crescita economica media Italiana durante gli ultimi 15 anni è stata la più lenta dell'Unione europea, la sua economia ora è approssimativamente l’80% di quella Britannica (nel 1989 era superiore). Si ritiene che per la fine dell’anno sarà l’unica a chiudere in passivo.
L’anno prossimo si prospetta una ripresa ‘‘anaemic’’ anemica.
2.Le piccole imprese, per anni colonna vertebrale della nazione, sono sempre più in crisi per via dell’aumento dei costi e del conseguente declino di produttività.
3.La competitività italiana sta deteriorandosi velocemente,
4.La sua capacità di attrarre investimenti stranieri è ai minimi storici (un gran merito per questo spetta secondo me al duo Fazio-Fiorani)
5.Il World Economic Forum ha classificato l’Italia ad un umiliante 47°posto (sopra il temibilissimo Botswana).
6.L’economia si è mostrata vulnerabile agli attacchi dei paesi Asiatici, soprattutto nel settore tessile e calzaturiero.
7.I prezzi delle abitazioni hanno superato drasticamente le possibilità degli acquirenti di città come Roma, Milano e Napoli, effetto diretto della crisi è stato anche il drastico crollo dello standard di viviblità medio.
8.L’ ‘’Economia opaca’’ sta creando problemi rilevanti anche sul sistema delle infrastrutture: strade, stazioni ed aeroporti stanno precipitando sotto gli standard europei. La qualità del servizio degli edifici pubblici inizia ad impoverirsi.
9.Nessuna Università Italiana si trova tra le 90 migliori.(L’Università è nata in Italia)
10.Il debito pubblico sale oltre il 120%.
11.Il 40% degli Italiani sui 30 anni vive ancora con i genitori perché non può permettersi neanche un appartamentino.
12.Il fondo sociale è insolitamente basso.
13.Le evasioni fiscali e le costruzioni abusive sono in perenne crescita grazie a ‘‘ripetute amnistie’’
14.Malavita e corruzione rimangono trincerate
15.Il tasso di natalità è tra i più bassi d’Europa.
16.La cosa peggiore è la percentuale degli italiani tra i 15 ed i 64 anni che non lavorano il 57%, mentre in Germania il tasso è del 34%, in Inghilterra del 27%.
L’ultima parte dell’articolo ‘’Berlusconi’s Legacy’’ è dedicata al totale fallimento del nostro Primo Ministro, colui che nel 2001 aveva promesso agli Italiani nuova e maggiore ricchezza per tutti.
Il giornale ricorda di aver dichiarato in quel periodo (2001) che il politico era inadatto a condurre il paese per via degli ''acquitrini di casi legali'' condotti contro di lui, per falsi in bilancio etc... problemi cui ancora oggi non è riuscito a dare alcuna spiegazione valida, anche grazie al fatto che controlla personalmente il 90% delle reti televisive nazionali.
Anche l’apparente stabilità politica è ingannevole. La sua coalizione è stata vicina al crollo in diversi momenti, a causa delle incomprensioni con Lega Nord, Alleanza Nazionale e più recentemente con l’UDC.
Il giornale non risparmia neanche la sinistra: nessuno dei due raggruppamenti offre molto a quelli che vorrebbero una riforma radicale del sistema.
L’articolo si conclude con un traslato inappellabile e con una domanda senza risposta, che offre una terribile e spaventosa idea dell’Italia futura: La Venezia del 18° secolo puntava tutto sul suo glorioso passato, quindi non fu difficile per Napoleone sconfiggerla. Da allora la Serenissima è poco più che un’attrazione turistica.
E’ questo il futuro dell’Italia?
Dati e statistiche: ''The Economist''
Concludo suggerendo a tutti di mettere da parte i soldi per il Corriere della Sera o per le altre riviste Lobbyste e di spenderli a fine settimana per acquistare questo numero dell' Economist. L'informazione corretta e la vostra cultura personale guadagneranno qualcosa in piu'.


10 Responses to “ ”

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  1. Anonimo says:

    lodevole iniziativa.

    l'unica nota negativa è stata la presenza di tronchetti provera.. si parla di fallimento del sistema italia e tra i partecipanti mi ritrovo la personificazione dell'incompetenza(??).
    non sò se posso accettare consigli da chi, pur godendo di un monopolio incontrastato, riesce ad accumulare 45 miliardi di patatine??..no di euri di debiti

  2. Anonimo says:

    L'articolo traccia un quadro reale della situazione Italiana, che in parte condividiamo con altri Paesi Europei, Premier a parte !
    A me è sempre piaciuta la Storia (con la esse maiuscola !!). A molti non piace perche è ripetitiva. In parte concordo: si alternano periodi di pace e periodi di guerra; dittatori e grandi leader democratici; periodi di grande prosperità e carestie.
    Pero oggi, anzi il 19 novembre ho sperato (non pregato !) perchè questo circolo "fazioso" si interrompa.
    Durante il XX° (si legge ventennio, detto fascista) Mussolini, dopo aver promulgato Leggi in favore della Chiesa, fu ricevuto dal Papa e accolto come uomo della Divina Provvidenza.
    Ora, dopo le Leggi che esentano TUTTE le proprietà della Chiesa all'ICI e tasse varie, Berlusconi dove va ?
    Dal Papa !-(
    E come viene accolto ?
    Come uomo mandato dal Signore !
    Tralascio quello che, seguendo il corso della Storia, dovrebbe succedere ora, ma la situazione si assomiglia.
    Allora fu imposta l'autarchia; oggi con lo stipendio si fatica ad arrivare a fine mese e nasce una nuova specie di autarchia, quella degli hard discount.
    Saluti.

  3. ormai è da anni che si discute sulla situazione problematica dell'economia italiana ma non sono state trovate ancora contromisure serie ed efficaci, il nodo sta proprio qui, esistono delle soluzioni? quali? Dopodiché bisogna attuarle cercando l'accordo con i sindacati e se eventualmente non c'è bisogna comunque avere il coraggio di prendersi le proprie responsabilità, altrimenti il governo che sta lì a fare se deve seguire le direttive di altri

  4. Anonimo says:

    le soluzioni ci sono...ma sono impopolari. dobbiamo quindi entrare nella concezione che siamo sull'orlo di una crisi e per avere un'inversione di tendenza occorrono scelte gravose per tutti(naturalmente qualcuno potrebbe dire "ma quelli che ho fatto sino a stamattina, e che farò, non sono mica sacrifici?"...si lo sono, ma per l'incompetenza dei governanti e non per un bisogno collettivo di crecita).

  5. Anonimo says:

    Io vorrei davvero che ci fosse un qualche politico capace di offrire la reale "riforma radicale del sistema" citato dall'articolo!! Va da sè che questo passa per una serie di anni di sacrifici, ma di un concreto impegno a tutti i livelli. Bisogna smetterla di continuare a dire che va tutto bene, quando gli effetti della crisi ormai li si avverte tutti a ogni livello! Ed è sicuro che per ottenere qualcosa bisogna investire un forte impegno; in qualunque settore!

  6. Anonimo says:

    Assolutamente d'accordo con Silvio's, mi viene solo da chiedermi CHE COSA SI PUO' FARE?
    Si cambia nazione prima che sia troppo tardi? SI POTREBBE RIUSCIRE A ORGANIZZARE UNA EFFICACE AZIONE DI PROTESTA?? Sono schiacciato dalla grande indifferenza e "smilzuria" generale per temi di enorme rilevanza!! Si sta accettando tutto senza più alcuna obiezione. E fu così anche con il già citato Mussolini...

  7. Anonimo says:

    3 parole occorrono COMPETENZA-EFFICENZA-MERITOCRAZIA e il sistema Italia si risolleverà
    SONDAGGIO ELETTORALE
    http://vote.sparklit.com/web_poll.spark/948100
    Visitate il mio sito e lasciate qualche commento http://www.balestratesi.it/

  8. Anonimo says:

    Il "bello" e' che il problema dei commenti dell'"Economist" rimarra' anche se vincera' il centro sinistra.
    Commentando l'Economist Bertinotti ha affermato «Facile: sono semplicemente terrorizzati dall’ipotesi che noi, quel liberismo tanto adorato, nemmeno proveremo ad attuarlo»

  9. Anonimo says:

    Più che destra e sinistra qua è una questione di persone.

    E queste persone devono essere competenti e volere il bene del paese nel medio termine.

    Il resto, spesso si riduce ad essere pippe mediatiche che ci fanno credere che anche la Prestigiacomo abbia un cuore... :-)

    Maurizio
    www.e-conomy.it

  10. Anonimo says:

    E' solo una questione di potere in questo Paese e ci sono troppi, ma veramente troppi partiti e troppe finte coalizioni. Qui ci sono decenni di malgoverno ed ora i furboni e fintamente coalizzati signorini della sx vogliono far credere che loro possono risollevare le sorti del paese...per favore proprio senza pudore...........e tutto per il potere, mettendo come figura di situazione il Prodi, che prima avevano rinnegato e che ora lo ributtano nella mischia....E' una delusione e una grande presa per il c.....E'una mentalità vecchia ed opportunista, bisogna rivoltarsi tutti uniti non agevolarli