venerdì
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by Stefano Reves S.
Bentornate ''cluster bombs''!
articolo di George Monbiot (The Guardian), traduzione di Stefano Reves (per chi non lo sapesse, Io)
I Governi Britannico e Statunitense cercheranno di fermare un accordo internazionale per la messa al bando delle ‘‘cluster bombs’’.
Il mistero degli stati moderni è questo. Le risorse necessarie per porre fine ad una vita, siano esse politiche od economiche, verranno sempre trovate. […] Avete mai visto un soldato mendicare per un nuovo fucile? Invece, chissà quanta gente dovremmo pregare in ginocchio, e ricoprire di lusinghe, per comprare una nuova macchina per dialisi al nostro Ospedale.
Se il denaro sperperato per la guerra in Iraq o per aerei da combattimento, fosse stato investito per fronteggiare i cambiamenti climatici, o nella lotta contro la povertà, oggi le nostre emissioni di carbone sarebbero in caduta libera, e nessun uomo morirebbe più di fame.
A Ginevra, durante l’ incontro per rivisitare il ‘‘Trattato per le armi convenzionali’’ […] la Svezia, supportata da Messico ed Austria, porterà avanti la sua campagna per preservare tali armamenti illegali, così come prevede il ‘‘Trattato di Ottawa’’. In risposta Gb, affiancata da Usa, Russia e Cina, ha già trascorso le ultime settimane tentando di prevenire l’inizio di suddette trattative.
Tutto ciò non sorprende, gran parte delle bombe sganciate negli ultimi 40 anni sono state realizzate e fornite dalla Gb ai suoi due principali alleati, Usa ed Israele, per la ‘‘guerra al Terrore’’. La stessa Gran Bretagna ne ha utilizzate a centinaia durante le due Guerre del Golfo.
Le cluster sono minuscoli frammenti di esplosivo, grandi all’incirca come un bicchiere da aperitivo, confezionate in bombe più grandi o membrane protettive. In seguito a deflagrazione si effondono per parecchi ettari. Tale potenza distruttiva è spiegata dacché in principio furono ideate per sventrare carri armati, aeroplani, o per combattere l’ artiglieria antiaerea.
E’ stato appurato che il loro utilizzo comporta due problemi di ‘‘gestione dell’ ordigno’’.
Primo, le bombe, diffondendosi su larga scala, non possono essere indirizzate accuratamente su un determinato obbiettivo. Secondo, gran parte di esse non esplode in seguito all’impatto con la superficie.
Ufficialmente la percentuale delle bombe che ‘‘ciccano’’ si aggira tra il 5 ed il 7%. Quella effettiva è molto più alta. Infatti di tutte le granate sganciate dalle forze Nato in Kosovo, una percentuale tra il 20 ed il 25% non esplose. Delle cluster sganciate dagli Usa in Indocina, il 30%. Infine il 40% degli ordigni israeliani in Libano.
Le bombe inesplose aspettano d’essere disinnescate, gamba dopo gamba. Devastanti come mine da terra, o forse peggiori, perché, e questo gli abitanti del Vietnam e del Laos lo sanno bene, ancora 30 anni dopo e più, una qualsiasi scossa potrebbe farle esplodere.
Secondo un recente rapporto investigativo (Handicap International), circa 100.000 persone sono state uccise dalla cluster, il 98% di esse erano civili. Colpite sul lavoro, durante passeggiate, o nell’ atto di rimuovere macerie dalle (e delle) loro case. Tra essi molti bambini, spesso per via della fatale somiglianza delle bombe a giocattoli. Coloro che sopravvivono spesso rimangono ciechi, o terribilmente deturpati.
I numeri che interessano questo genere di materiale bellico sono da capogiro. 19 milioni di bombe sganciate sulla Cambogia, 70 in Vietnam, 208 nel Laos. Sebbene in tempi più stretti Usa e Gb ne hanno rovesciate 54 milioni in Iraq a partire dal 1991, 2m in seguito alla nuova invasione del 2003. Soltanto quest’ anno Isralele ha speso 4 milioni di granate cluster per il Libano, e gran parte nelle ultime 72 ore.
Oltre alle nazioni sopra citate, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi l’unico altro stato ad aver utilizzato esplosivi simili è la Russia. Dall Afghanistan alla Cecenia, a volte con deliberati attacchi a mercati od altri obbiettivi civili.
Una ‘‘postilla’’ della Convenzione di Ginevra recita ‘’sono proibiti attacchi ad obbiettivi militari, se essi dovessero presentarsi anche come indistinta minaccia alla popolazione civile’’ e ‘‘che potrebbero arrecare eccessive perdite di civili, ferimenti, danneggiamenti a materiale non militare, in relazione alla diretta e concreta operazione bellica’’.
Ma lo spiegamento con tali armamenti continuerà fino a chè non sarà redatto uno specifico trattato che li vieti.
[…]Nel frattempo, il Governo non frenerà la sua abitudine di uccidere, indistintamente.
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