mercoledì | by Stefano Reves S. | ,


Il Papa negli States
L'America che Crede

Benedetto XVI sbarca in un’America coinvolta come non lo era da decenni nel rush finale per la scelta del sostituto di George Bush. Colui che tanto ha fatto in questi anni per inseguire l’ingombrante fantasma di George senior, riuscendo invece nel poco ambito intento di far disinnamorare gli americani dal teatrino amministrativo come mai nessun altro prima di lui, acciuffando il record di astensioni durante l’ultima tornata elettorale. Più della metà dei votanti. Eppure l’aria pare cambiata, Clinton e Obama non saranno Roosvelt e Keyenes ma stanno riuscendo nell’impresa più improba dallo scoppio della guerra irachena, far recuperare agli elettori la fiducia nelle istituzioni. Ed allo stesso modo Benedetto XVI non sarà Giovanni Paolo II, che nella sua ultima visita riuscì ad impressionare positivamente il 90%* dei cattolici d’America, eppure il 74% di sostenitori tra i credenti a stelle e striscie (29 milioni in tutto) sono pronti a dargli il benvenuto, quasi travisando gli innumerevoli tentativi dell'allora Cardinale Ratzinger, di insabbiare i ripetuti scandali sessuali, costati già alla diocesi romana 2 miliardi di dollari come rimborso per le vittime delle molestie. Beneplacito a parte, che qualcosa cambi nei restanti 5 giorni l’America che crede lo chiede ad alta voce: più tatto nelle questioni sociali, su tutti pugno di ferro per debellare una volta per tutte l’onta dei ‘‘preti pedofili’’. Questione legata inevitabilmente ad altri due delicatissimi punti su cui Benedetto XVI dovrà rispondere da queste parti, garantire il diritto di matrimonio ai prelati, offrire l’ingresso nel sacerdozio alle donne. Sette milioni di americani, tra i 29, quelli che non si riconoscono nell’istituzione religiosa, sono pronti a storcere il naso.

*questo ed i restanti dati provengono da un sondaggio del Washington post (Aprile 2008)