Diamo a Berlusconi quel che è di Cesare
Quale sarebbe il souvenir da conservare come ricordo per la nascita del PDL? Una matriosca a forma di Silvio, al cui interno ne trovereste fagocitate di più piccole rappresentanti i vari premier avvicendatisi negli ultimi 15 anni. La bambola conserva al suo esterno un messaggio che farà preoccupare i critici ed entusiasmerà i seguaci: Berlusconi non è più uno tra i diversi contendenti politici, ma il padrone indiscusso di una nazione intera.
Non per niente, da quando è tornato al potere per la terza volta, l’opposizione ha iniziato a sciogliersi come neve alpina in piena estate. In meno di un anno l’Unione si è spaccata, il principale partito rivale ha sostituito il suo leader e – grazie all’impatto di una crisi economica globale su una società in cui politica e finanza sono inestricabilmente legate – Berlusconi ha ottenuto un immenso potere su tutte quelle banche ed imprese in difficoltà.
La trasformazione del PDL, da alleanza elettorale a partito vero e proprio è solamente l’ultimo passo di una marcia trionfale. Verso la realizzazione di un sogno politico dove Berlusconi è Leader ed arbitro. Lontano dal destino toccato al suo rivale Veltroni, vittima della sua reputazione di insulso indeciso. Una paura rimane: che Berlusconi estrapoli il termine “libertà” affinché lo legittimi a fare qualsiasi cosa egli voglia. Il Primo Ministro non è infatti abituato ad essere interpellato dai suoi seguaci. Ora che il suo principale “rivale” interno è stato zittito con l’elezione a Presidente della Camera, il nostro Magnate ridanciano e perennemente abbronzato è diventate un vero e proprio Cesare. Ed in vista non ci sono Bruto.
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