giovedì | by Stefano Reves S. | ,


Incontro con il celebre urlatore
Ricca ma povero...

Ammetto che mi aspettavo un uomo più umile, diverso dal pancione orgoglioso che ha comiziato per tre ore davanti ad una platea piuttosto prevedibile, fatta di (1)proletari delusi, (2)professori nostalgici -si notino le sciarpe amaranto o color "pace"- e (3)studenti obbligati da... (vedi il punto 2). Anzi, forse gran parte del pubblico era composta da questi ultimi.
Lo show inizia verso le 19.40, telegrafica e condivisibile introduzione di tale avv. Angiuli, che si limita a presentare il personaggio nella sua veste più folcloristica. Microfono a Ricca.
La sua arringa è come sempre tanto saccente ed altrettanto capziosa. L'inganno sta nel vecchio trucco caro all'amico Grillo, parli di un fatto, ne enfatizzi alcuni elementi e ne nascondi altri, così che i primi ne risulteranno consolidati. Ed in molti ci cascano... Con questo non nego di essermi divertito nell'aver visto i suoi post su youtube... le tragicommedie del già triste di suo Fassino, dell'inesorabile Vespa o del criptico Dell'Utri. Ma il divertimento termina quando persino il mio elastico senso del pudore supera la soglia massima di sopportazione: un anonimo giovanotto si alza in piedi, impugna il microfono per accostare Ricca a Falcone -invitandolo a munirsi di guardie del corpo. Si continua, dal pubblico, quello che "fonte ricca", si ritiene il solo 20% d'italia che s'informa ("correttamente"), e che quindi dovrebbe saper fare domande un pochino più incalzanti. Quindi arrivano quesiti tipo "ma ricca è più grillo, o grillo è più ricca?", discussioni incredibili sull'antropomorfizzazione di non ho ben capito cosa cosa -e qui l'amico di Ricca, Franz, scoppia in una risata fragorosa, emblema della ridicola presunzione di cultura che questa gente ha. Se dovessi fare un film su di loro, di sicuro lo intitolerei "grossi e mosci". Mi torna in mente la scena di "Io & Annie" in cui Allen, in fila per il botteghino del cinema, impreca contro il professore ermeneuta che, alle sue spalle, definisce "indulgente" il Satyricon di Fellini. Stessa inutilità, stesse risate[barra]bestemmie. Riprende la discussione... Ricca torna sui cavalli di battaglia "Mondadori" e "Dell'Utri". Orgoglioso di tanta spocchiosità urlata a squarciagola per le vie di milano, gli faccio notare una cosa. "Ma per persone "democratiche" come voi, hanno un senso parole come "garantismo" e "presunzione d'innocenza?" (la cassazione deve ancora esprimersi su entrambi). Ricca mi risponde, gentile ma infastidito, dicendo che ero distratto e che aveva parlato "anche" (ma dove?*) di un'altra sentenza relativa a Dell'utri per cui c'è la sanzione definitiva e comunque "la mia (cioè la sua) è un'opinione sindacabile". Insomma, la stessa risposta che darebbe chiunque (eccezion fatta per mio zio testimone di Geova). Iniziano i primi mugugni a mio carico (smettila che non la vinci, etc...). Tanto mi ricordano i lacchè di quei "berlusconiani di serie B" che il nostro coraggioso paladino affronta quotidianamente. Si arriva alla commissione Mitrokin, e qui il populismo di Pierino da il meglio di se. "Una commissione studiata a tavolino per delegittimare l'ex maggioranza". Ma quando gli faccio notare tre cose -Prodi ha sempre rifiutato di testimoniare, Prodi s'è limitato a querelare Guzzanti (esattamente come fa Berlusconi), cinque persone legate alla commissione sono morte ed una sesta (Scaramella) è in carcere per diffamazione- mi liquida dicendo "non c'è tempo, che ci vorrebbe una serata dedicata al tema e di nuovo, è solo il mio parere discutibilissimo". Qui una risposta alla Bruno Vespa, insomma. Il tutto condito dalle aggraziate urla alle mie spalle "ma smettila, andiamo avanti". Andare avanti? Con gente che per 3 ore ha centellinato i peli di Berlusconi negli anni 70? A me sembra difficile.
Insomma, me ne sono andato con una certa amarezza. Non per Ricca. Lui rimane un uomo presuntuoso, è il suo marchio d'altronde, ma anche educato, lascia parlare ed ammette pubblicamente, anche se con parzialità, i suoi limiti (mai i travisamenti), ma dalla gente con cui ha scelto di circondarsi e che non ha saputo diventare migliore del popolo che con tanta veemenza accusa. Troppo diversa, Troppo colta troppo migliore, troppo incapace di ragionare con discernimento. Troppo identica. Una coscienza nelle mani di un solo uomo è coscienza sprecata, mille coscienze nelle mani dello stesso diventano una dittatura. E che importa se sia di destra o di Ricca?

*La sequenza che avrei guardato distrattamente...


2 Responses to “ ”

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  1. Anonimo says:

    Hai perfettamente ragione... Io vivo in australia da un pò e nonostante questo sono molto interessato-preoccupato dalla situazione italiana... Tutti i santi giorni mi prendo la briga di leggere via web gli editoriali e gli articoli di politica di tutti i principali giornali italiani, da 'libero' al 'fatto quotidiano'. Dalla 'padania' al 'giornale' fino a quelli di estrema sinistra... Sono alla fine diventato apolitico e quando penso ai vari giornalisti, tutti, nonché ai blogger ( uno a caso? Mister grillo ) non vedo altro che dei santoni che si sentono portatori della realtà assoluta. Da qualunque parte stiano. Ormai penso che l'essere umano sia così: una volta c'era la religione a riempire la mente e gli animi, poi c'è stata la politica, poi il benessere nel dopoguerra, oppure la patria o altro... Penso insomma che il fine ultimo sia la battaglia-strada piuttosto che l'obiettivo... E se berlusconi va in galera poi a chi diamo la colpa? A quello dopo, di sicuro... Insomma, alla fine penso sempre di più che l'uomo sia così, e che il male dell'italia siano gli italiani. L'ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili, il pessimista lo sa... Io sono nella barca con tutti, ho la mia idea e nessuno me la fará cambiare, ci sguazzo e me ne trastullo, così come i vari travaglio, grillo o il signore grasso di cui sopra... Ma alla fine purtroppo, o perfortuna, non cambierà mai niente

  2. Anonimo says:

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