Mark Zuckerberg, uomo del'anno secondo "Time".
Succede ad Adolf Hitler (1938) ed al due volte vincitore, Joseph Stalin (1939/42). Congratulazioni!
mercoledì | by Stefano Reves S. | 2010, hitler, man of the year, stalin, zuckerberg
| by Stefano Reves S. | attentato berlusconi, finanziaria, il foglio, tremonti, vincino condono
domenica | by Stefano Reves S.
Pubblica amministrazione, Costituzione, legalità: questo dovrebbe essere il programma di un serio partito democratico e riformista. Il presidenzialismo in salsa berlusconiana è l'antitesi del riformismo democratico.
(E. Scalf.)
| by Stefano Reves S. | eugenio scalfari, george clooney, good night and good luck
"La televisione è uno strumento che può e deve contribuire a rendere le persone più consapevoli, più responsabili e più libere. Se mancano questi presupposti e questi obiettivi la televisione è soltanto una scatola piena di fili elettrici e di valvole".
Aggiungo io: una scatola, ma a volte molto pericolosa se qualcuno se ne impadronisce e la controlla a proprio uso e consumo.
Good Night, and Good Luck.+ Eug. Scalfari
sabato | by Stefano Reves S. | attentato berlusconi, Corriere della Sera, minzolini, pierluigi battista, procura trani, tg1
Il Giudizio Politico
La pressione che il Presidente del Consiglio avrebbe esercitato su un commissario dell’Agcom per chiudere la trasmissione “Annozero” mette in luce una modalità degenerata nel rapporto tra politica e informazione della Rai. Tra potere politico e servizio pubblico. E anche tra il vertice del governo e il membro di una commissione chiamata ad essere garanzia, terza, istituzionalmente “super partes”. […] L’impegno del capo del governo per mettere a tacere un programma televisivo attraverso un organismo che dovrebbe essere di tutela supera un confine. Scavalca una frontiera di opportunità e di stile. Rivela una dismisura che, chiunque abbia a cuore la libertà d’informazione non può che accogliere con preoccupazione.
e quello dei tribunaliCerto non si possono chiedere alla magistratura dosaggi nei tempi e nei modi del suo intervento. Ma una norma di elementare garantismo, troppo spesso dileggiato come un pretesto o un lusso che non possiamo permetterci, esige che in uno Stato di diritto le sentenze non siano pronunciate preventivamente dalla politica e dal sistema mediatico. La minaccia delle sbrigative “pedate” che dovrebbero raggiungere le persone coinvolte (e a che titolo del resto un parlamentare come Di Pietro può invocare l’epurazione del direttore del Tg1?) come al solito travolge garanzie e costituzionali presunzioni d’innocenza.
Un conto è il giudizio politico su eventuali pressioni indebite esercitate su un commissario di un organo di garanzia. Un altro è il giudizio dei tribunali. La mescolanza dei due piani è il veleno che intossica la politica (P. italiana da troppi anni.
(P. Bat.)
giovedì | by Stefano Reves S.
Profilattici al Liceo? Ha ragione il Foglio.
| by Stefano Reves S.
L'intera politica berlusconiana, ormai, si distribuisce e si esaurisce in pochi, nevrili sussulti emergenziali: esibizioni strumentali su urgenze di scala nazionale (i rifiuti, il terremoto) e forzature parlamentari su esigenze di tipo personale (processo breve, legittimo impedimento). Per il resto, da mesi l'azione di governo è svilita, svuotata e votata alla pura sopravvivenza. Immaginare altri tre anni così, per un Paese sfibrato come l'Italia, fa venire i brividi. Ha detto bene Bersani, due giorni fa, all'assemblea dei radicali: Berlusconi è ancora troppo forte per essere finito, ma è ormai troppo sfinito per essere forte. Giustissimo. Ci vorrebbe un'alternativa seria e credibile a questa rovinosa legislatura di galleggiamento. Toccherebbe al Pd costruirla, se solo ne fosse capace.
(M. Giannini)
| by Stefano Reves S. | photos, reportage, tragedia haiti
lunedì | by Stefano Reves S. | par conditio, tg1, vittorio zucconi
Par condition
Volete sapere come sia fa ad aggirare quella foglia di fico chiamata “par condition” (così crede si dica il princino Emanuele Filibusta)? Se ci si chiama Berlusconi e si ha il pieno controllo del Minzuculpop Rai, si fanno comizi in favore dei propri candidati alle regionali, ripetendo slogan rifritti e facendo banale propaganda politica senza una sola notizia dentro, spacciandoli come interventi del Presidente del Consiglio quando sono soltanto comizi. I propri domestici del TG1 prontamente ti dedicheranmo i primi cinque minuti dell’edizione principale (ore 20, domenica) quando gli ascolti sono più alti et voilà, la foglia di fico vola via. Nessun contraddittorio, nessuna pari opportunità, neppure la finzione dell’equilibrio che la ridicola norma dovrebbe imporre e che ha steso il sudario sulle trasmissioni politiche. Non c’è neppure bisogno di farsi una leggina su misura col rinforzo al cavallo o di chiamare il dottor Balanzone, l’avvocato Mavalà, per inventarsi un’interpretazione. Un domestico alla direzione del TG1 vale più di cento leggine. Andate a votare, andate a votare, andate a votare.
(V. Zuc)
sabato | by Stefano Reves S. | feltri, il giornale
venerdì | by Stefano Reves S. | beppe severgnini, riforma giustizia, riforme
Riforme
Giustizia: dev'essere rapida, altrimenti serve solo ai furbi. Lavori pubblici: i furti, oltre a essere moralmente discutibili, costano (non possiamo più permetterceli). Scuole e università: i rettori sono sceicchi inconsapevoli, l'unico petrolio che abbiamo sta nelle nostre teste. Turismo: ne ricaviamo un terzo di quello che potremmo. Ma la riforma più importante è la quinta: ripristinare il collegamento tra delitto e castigo (vogliamo chiamarla "riforma Dostoievskij'?). Non è crudeltà: ma chi sbaglia (ruba, taglieggia, arraffa, traffica, occulta, estorce, truffa, imbroglia, ricatta) deve pagare. Solo il timore lo fermerà, non gli editoriali sui giornali. Non è crudeltà: è buon senso. Non è giustizialismo (parola furba): è giustizia (parola pulita). Così funzionano le democrazie sane. Invece - complice la politica collusa - in Italia nessuno paga mai, se non i poveri diavoli. Se Bernard Madoff fosse italiano (Dino Madoffi?) non sarebbe in galera: griderebbe al complotto chiuso in villa, e alcuni colleghi, sentendosi molto anticonformisti, gli darebbero ragione.
(B. Sev.)
giovedì | by Stefano Reves S. | attentato berlusconi, capo dello stato, formigoni, napolitano, pdl, polverini
In Democrazia La "forma è sostanza"
Le Corti d’Appello bocciano i ricorsi sulla liste, il Pdl insorge e parla di ”democrazia a rischio”.Ieri, la nientemeno seconda carica dello Stato aveva detto “si badi alla sostanza e non alla forma”. Oggi i vertici del Pdl dicono che “non si deve decidere in base a un timbro tondo o quadrato”.
Ma forse vale la pena di inserire un corollario.
Se chi governa un paese dice che non conta se un timbro è tondo o quadrato, se una firma c’è o non c’è, se si arriva in tempo o in ritardo, chi glielo spiega poi ai cittadini che è loro dovere pagare le tasse nei tempi fissati, presentare le domande per le badanti entro la scadenza, conciliare la multa entro i 60 giorni previsti?
(Marco Bracconi)
martedì | by Stefano Reves S. | il giornale, intellettuali di sinistra, sergio ricossa
Antropologia dell'intellettuale (di sinistra)
Riconoscere un tipico intellettuale di «sinistra» non costa alcuna fatica, perché egli si proclama tale ai quattro venti e fa lega solo con chi si proclama tale. Ogni altro intellettuale è per lui un essere inferiore, anzi, non è un intellettuale affatto: è un «servo dei padroni» o peggio. Benché facciano mazzo fra loro, gli intellettuali di «sinistra» non mostrano di amarsi. Si premiano a vicenda, ma è un do ut des, solo uno scambio di decorazioni nobiliari: «Dammi la gran croce del merito sociale, e ti darò il collare dell’ordine della giustizia egualitaria». [...]
Essi sembrano amare praticamente nessuno se non il proprio io.[...] Amano il popolo come astrazione, lo detestano probabilmente come insieme di persone vive, e cioè rumorose, sudate, invadenti, volgari. Il popolo vivo sembra sopportabile solo se lo si guarda dall’alto di un palco ben isolato ed elevato. Irreggimentare il popolo, metterlo in fila, comandarlo, tutelarlo anche, ma come si tutelano i minori, finalmente farsi applaudire dal popolo: ecco le seduzioni di chi sta a «sinistra». Seduzioni a cui è tanto più difficile resistere quanto più gl’intellettuali hanno origini lontane dal popolo. In tal caso, ci si può interessare al popolo come un socio della società per la protezione degli animali può interessarsi agli animali: con intensità e distacco. Il borghese generalmente non può: è ancora nel popolo o ne è appena «emerso» e non lo rinnega. Il populismo dell’intellettuale di «sinistra» non è segno di origine popolare, è segno del contrario.
Ben inteso, anche a «sinistra» c’è chi resiste a quelle seduzioni. Per quanto gl’intellettuali di «sinistra» si compiacciano di erigersi a circolo omogeneo ed esclusivo («unitario»), per quanto si sforzino di somigliare a quei teologi che Huygens paragonava ai porci in quanto «se tiri la coda a uno, gridano tutti», il borghese, a costo di scontentarli, deve distinguerli e separarli a uno a uno. Al solito, così facendo scoprirà, in mezzo a tanti collettivisti, qualche borghese autentico, che non sa di esserlo o lo sa anche troppo e lo nasconde. Fra chi inveisce contro la borghesia, scoprirà i sinceri e i truffaldini, i saputi e gl’ignoranti. Quel che mai il borghese deve concedere è che essi, gli intellettuali di «sinistra», abbiano più autorità morale o scientifica o di qualunque altro genere per discutere di giustizia, democrazia, elevazione degli umili, progresso sociale, libertà. Non ce l’hanno soprattutto quando pretendono di averla e peccano di orgoglio o ipocrisia.
(Sergio Ricossa)
domenica | by Stefano Reves S. | corruzione italia, Transparency International
mercoledì | by Stefano Reves S. | afghanistan, Barack obama, il foglio, Vincino
martedì | by Stefano Reves S. | Beppe Grillo, nucleare
Il nucleare in Italia lo vogliono soltanto in tre: Berlusconi, Sarkozy e la Confindustria. Le Regioni che si dicono favorevoli preferiscono che le centrali siano costruite altrove. Le Regioni contrarie si oppongono a priori alla costruzione nel loro territorio. E' un rompicapo insolubile. Formigoni (PDL): “In Lombardia siamo vicini all’autosufficienza quindi non c’é bisogno di centrali in questo momento”. Zaia (PDL): "Il Veneto ha oggi un bilancio energetico positivo, produce più energia di quanta ne compra”. Polese (PDL): "La Puglia contribuisce in modo notevole alla produzione di energia e al fabbisogno energetico nazionale con centrali elettriche a Brindisi e Taranto. Non vi è quindi motivo né possibilità di realizzare una centrale nucleare”. Polverini (PDL): " In tempi rapidissimi il Lazio diventerà energeticamente autosufficiente e in pochi anni andrà addirittura in surplus, esportando energia verso altre Regioni. Pertanto ritengo che nel Lazio non ci sia bisogno di istallare nuove centrali nucleari“. Rimane solo Arcore per una nanocentrale nucleare. Per le scorie c'è già il mausoleo incorporato, sembra fatto apposta.
(B. Grillo)
lunedì | by Stefano Reves S. | berlusconi, ezio mauro, repubblica
sabato | by Stefano Reves S. | all iberian, attentato berlusconi, bilanci fininvest, caso lentini, craxi, giudice Metta, Macherio, Mondadori, P2, previti, sme-ariosto
Dicono di voler "sradicare la corruzione dal Parlamento". Ma hanno dimenticato di guardarsi allo specchio.
La forza della Giustizia
Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l'imputato Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato". Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le "attenuanti generiche" che si attribuiscono a chi è ritenuto responsabile del reato. Per di più le "attenuanti generiche" gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-'92"; "fondi neri nel consolidato Fininvest" (1.500 miliardi); Mondadori (l'avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati).
(Giuseppe D'Avanzo)
venerdì | by Stefano Reves S. | christian rocca, Sanremo 2010
SANREMO/2
Da fan di Sanremo, dico che questa è la peggiore edizione degli ultimi decenni, sia per le canzoni orrende sia per la Clerici sia per i tempi morti dello show. Mai sentita una serie di orrori come quest’anno. A Toto Cutugno nemmeno Pannella ha avuto ancora il coraggio di staccare la spina. Non voglio nemmeno parlare delle tante mezze calzette da reality show. Il trio Pupo, Emanuele Filiberto più un tenore che nel ritornello copia malamente Over the Raimbow è puro surrealismo pari soltanto ai "suoni del futuro" che, secondo la Clerici, ci avrebbero fatto sentire i Sonohra (un gruppo da playstation che, tra le altre cose, dice beibe invece di baby). Altro momento altissimo quando, tra i big, ha cantato la figlia di Zucchero accompagnata da uno che non ho capito se fosse uno dei Nomadi o un imitatore di Zucchero. Il più sobrio è stato Nino D’Angelo. Tre le cose mezze (mezze) decenti: Povia con la solita canzone orecchiabile di Povia, anche se meno orecchiabile del solito Povia. Un Fabrizio Moro che è uguale a Povia, ma on drugs e, a proposito di "suoni del futuro", reagge. Arisa ha presentato una canzoncina in linea con il suo personaggio, alla fine meno paradossale dei cantanti veri, accompagnata da tre travestiti (uno dei quali credo fosse Susan Boyle). Malika, naturalmente, è la più brava, ma la canzone non è all’altezza (Cristicchi non l’ho sentito). E poi c’è stato Cassano, presentato con gli onori riservabili solo ad Al Pacino e nel momento in cui non lo fanno giocare nemmeno nella Samp. I suoi aforismi però sono più profondi dei testi di Cutugno e di qualsiasi cosa dica la Clerici.
(Christian Rocca)
giovedì | by Stefano Reves S. | Sanremo 2010, vittorio zucconi
mercoledì | by Stefano Reves S. | berlusconi, Nichi Vendola, nucleare, puglia, rocco palese
NOcleare...
le "grandi opere" nascono da sempre per difendere piccoli interessi. La follia di edificare un ponte sullo stretto più --potenzialmente- sismico del mondo, la salatissima parcella che i produttori della TAV ci presenteranno (5 volte superiore alla media spagnola e francese) sono gli esempi più scontati. Sia chiaro, non parlo da "politicamente coinvolto", in mia difesa ricordo che entrambe le opere vengono sponsorizzate dai principali schieramenti parlamentari (il primo a pretendere il ponte fu un certo Prodi Romano). Ma prima di cavalcavia ed autostrade c'è una terza "meraviglia" che minaccia di trasformare l'italia nel più grande calderone europeo di radioattività. E pare che non importi a molti. Il premier ha esplicitamente dichiarato che no, la puglia non verrà interessata dalle imminenti installazioni. Salvo poi smentirsi pochi giorni dopo le elezioni. Scendendo di grado i discorsi dei signorotti locali non sembrano di minore spessore. Eccezion fatta per Vendola che ha fatto dell'eolico il suo cavallo di battaglia (si percorra le due tangenziali tra brindisi e gallipoli per constatarlo di persona) la politica diventa il solito delirante gioco dello scarica barile e delle ambiguità. Dice il candidato Palese "no in Puglia, ma sono favorevole", il che è un ossimoro alquanto preoccupante (vinte le elezioni potrà coerentemente giustificare gli impianti nucleari dicendo "è sempre stato nel mio programma"), aggiunge sibillamente il "nostro" consigliere Scianaro "Vendola si sta rifugiando su tematiche immaginifiche, se non metafisiche (?), quali il nucleare[...] Il centrodestra ha votato una legge regionale nella quale si subordina ogni decisione al consenso esplicito e preventivo delle popolazioni interessate. " Traducendo dal politichese "in un modo o nell'altro vedremo di infinocchiarvelo". A dar man forte non potevano mancare le sedute di ottimismo mediatico dove il problema nucleare viene simpaticamente liquidato con un "è sicuro/è conveniente/è il futuro". Ora, cosa c'è di innovativo in una tecnologia vecchia di quasi 70 anni (parlo delle centrali di ultima generazione)? quanto c'è di conveniente nell'operazione industriale più lenta e dispendiosa che si conosca? Io attendo risposte. Nel frattempo fatevi due conti pensando ai costi di smantellamento che da soli raggiungono il doppio di quelli necessari per la costruzione di un'intera centrale. Senza tener conto delle "spese occulte". Ma queste ultime sono un problema che stiamo generosamente donando ai nostri nipoti i quali tra 10.000 o 20.000 anni dovranno ancora fare i conti con la nostra pupù radioattiva. Allora credete che ringrazieranno i nostri governanti per aver costruito centrali atomiche, o noi per non averlo impedito?
lunedì | by Stefano Reves S. | armstrong, serie A, tiger woods, tragedia haiti
venerdì | by Stefano Reves S. | mercante di venezia, rosarno
mercoledì | by Stefano Reves S. | LAV, lega anti vivisezione, vegetariano