lunedì | by Stefano Reves S.


Anabasi

C’era Stefano Reves; c’era… più correttamente (dopo un’ intera Estate da perfetto latitante) ci fù! Stefano Reves. Da sempre studente torbido e neghittoso, amico avaro, anima pusillanime. D’improvviso, Dio solo saprebbe spiegarne come e perché, individuo curioso, d’ una curiosità pedante e sincera, ed appassionato. Col tempo il più velleitario tra gli scrittori (ma sempre ed ancor più, amico avaro, avaro d’amicizia). Quest’ ultimo ancora ingenuo ed incapace, forse però, un po’ meno inconsapevole. Certamente volenteroso. D’informarsi per esistere, realizzarsi per provare a costruire. Ma la volontà sola non basta. Potrà al massimo coadiuvarlo nel combattere contro, ciò che lui invece vorrebbe provare a combattere in favore. No, la volontà non basta, ne basterà mai. Coraggio e forza ed onestà ed impegno, ed ancora altra volontà ci vorrebbero in supporto.
Altrimenti la ginestra continuerà a vincere. Com’ha vinto sino ad oggi. Continuando a (r)infondere in lui abulia ed accidia, restituendoli il freddo tepore della sua esistenza. Di nuovo insipida.
Oggi il suo viaggio ricomincia, o forse continua periglioso, o forse ancora si stallerà definitivamente.

Oggi ci provo. Mi riapproprio della gruccia da nomade, che non può scendere, ne scenderà mai a patti col nulla, con lo stato e la morale, col politico od il più puro tra gli ideali. Nonostante tutto e tutti. Tra innumerevoli difetti ed inalienabili mancanze da essere umano, di cui mi scuso in partenza. Stefano Reves, un inetto promiscuo.

C’era Stefano Reves. C’era, ci fù, ci sarà ancora? Potrebbe esserci. E’ già qualcosa.


Ai miei amici


One Response to “ ”

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  1. Anonimo says:

    Non ci ho capito un c***o in quello che hai scritto ma se vuol dire che torni a scrivere allora la cosa va bene! ciao