lunedì | by Stefano Reves S. |


Dovrei parlare dell'attentato a Berlusconi. Di brutalità, odio, politico, civile, partitico. Non lo farò se non per denunciare il prevedibile opportunismo di una certa retorica che si appropria di un gesto isolato per allacciarlo ad un'assurda trama nazionale, di cui l'opposizione sarebbe il cinico regista sotterraneo. Con un fine subdolo e populistico, con una morale grezza e superficiale, con lo stesso istinto volgare e repressivo di chi commette un gesto inqualificabilmente violento, ma con in più la lucidità di chi è consapevole d'incitare la nazione ad un bailamme del quale non siamo in grado di prevedere una fine sereno.


One Response to “ ”

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  1. luci says:

    Io, più che di attentato, parlei di "legittima difesa"!
    Ormai sembra che questo sia l'unico modo per difendersi da questo pazzo. oazzo vero, non come quel povero disgraziato che l'ha colpito.