lunedì | by Stefano Reves S.



Per la serie virus letale un'articolo del ''New York Times'' sulla neonata terza Repubblica Italiana.
Berlusconi cambia le regole per beneficio personale (Berlusconi Changes Rules to his Benefit)

Mercoledì Berlusconi è riuscito a realizzare il sogno di ogni politico che, come lui, si troverebbe in profondi guai elettorali: ha riscritto le regole.
Con la sconfitta che è piu' di una possibilità alle prossime elezioni di Aprile, il sig. Berlusconi ed i suoi alleati di centro-destra hanno approvato in via definitiva la legge che prevede il ritorno al sistema proporzionale. Secondo Berlusconi l'emendamento ''sarà assolutamente democratico, un cambiamento necessario in un sistema che, a causa dei due partiti dominanti, aveva causato grande scontentezza''. Secondo i suoi avversari invece si tratterebbe di una legge creata appositamente per ridurre il danno causato da una probabile sconfitta. Anche secondo l'on. Fisichella (FI), che ha votato contro la legge, ''si tratta di un piano per limitare l'ampiezza della sconfitta''. (Fisichella a volte è un grande!, peccato che esca poco in Tv. Qualcuno di voi si ricorderà di una sua recente affermazione 'votare a Destra sarà piu' una questione di amore che di ragione'')
Per i critici la legge rischierebbe di indebolire vistosamente la coalizione vincente, con una sola conseguenza, quella di far ripiombare l'Italia ai giorni dei ''revolving-doors governments'', ovvero dei governi in perenne e discontinua alternanza. Anche per Prodi questa legge rischia di lasciarlo con una maggioranza molto piu' piccola del previsto.
Ora tocca a Ciampi vidimare il documento. Il Presidente della Repubblica seppur anche lui scontento per la legge, l'ha definito costituzionale, pertanto lo firmerà.
Secondo Erik Jones, professore di Studi Europei alla John Hopkins University con sede dislocata a Bologna, la legge avrebbe delle ragioni ben piu' profonde; c'è piu' del solo Governo Berlusconi dietro ad essa. Perciò Let's face it, affrontiamola, una legge nuova potrebbe dare nuova forza alle parti mentre permette loro di scegliere le liste di candidati e di chiuderli ermeticamente nelle rispettive coalizioni.
Articolo di Brian Winfield, tradotto ed adattato da Stefano Reves